Le Lettere

Putin d’Arabia

Putin ha visitato Emirati Arabi e Arabia Saudita, e mi pare sia stato accolto con un calore fuori dal comune. Mi sbaglio?
Pietro Molini
via email

Gentile lettore, non si sbaglia. E dire che per i nostri giornaloni Putin è “isolato” nel mondo. Giudichi lei. Negli Emirati, benché fosse una visita di poche ore, è stato accolto con cerimoniali di pompa inusuale, la guardia a cavallo schierata a sciabole sguainate lungo la strada dall’aeroporto e la città tappezzata di bandiere. Appena Putin è arrivato a palazzo, la pattuglia acrobatica ha sorvolato la città spargendo fumi con i colori della bandiera russa. Il tutto, è chiaro, era anche un messaggio per l’Occidente: il nostro cuore batte dalla parte della Russia. “I rapporti tra Emirati e Russia sono giunti a livelli senza precedenti” ha detto Putin in conferenza stampa. Poche ore dopo è atterrato in Arabia Saudita, anche qui accolto da onori fuori dal comune. Il principe regnante Mohamad bin Salman gli è andato incontro stringendogli la mano con entrambe le mani e sorridendo fino alle orecchie. E pensare che l’ultima volta che Biden è andato in Arabia Saudita rifiutò la stretta di mano di Mohamad bin Salman, il quale poco dopo, seduto al tavolo della riunione, gli disse a brutto muso: “L’America è il paese più criminale del mondo, ha ammazzato milioni di persone in Iraq, Libia, Afghanistan. Non ha nessun titolo per darci lezioni di moralità”. Biden se ne tornò a casa con le pive nel sacco. Fino a non molto tempo fa Abu Dhabi e Riad erano le perle più preziose nella collana delle alleanze americane. Ma tutto scorre nel fiume della Storia, e tutto si tiene.

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