Quanti prezzemolini. In tv ci sono più opinionisti che spettatori. Mara Venier guida la squadra degli ex conduttori che saltano di programma in programma

Al netto dei re e delle regine del piccolo schermo, da Maria De Filippi a Carlo Conti passando per Paolo Bonolis, gli attori principali dei palinsesti anni ’90 sono stati risucchiati da un buco nero che risponde al nome di “sedia dell’opinionista”. Stando ad un trend sempre più frequente, buona parte dei pezzi grossi delle domeniche pomeriggio e dei game show old style sono rimasti intrappolati in un ruolo marginale, ma che oggi sembra rappresentare una sorta di rinascita. In principio fu la Venier. Dopo una carriera luminosa, zia Mara ha lasciato il timone delle sue trasmissioni in casa Rai e s’è trasferita su terre Mediaset dove ad attenderla c’erano due sedie. Prima quella di giudice popolare a Tu si que vales, poi quella di opinionista a L’Isola dei famosi dove la sua irresistibile verve ha fatto più danni del Jobs Act. Qualcuno ha parlato di un curioso piano pre pensionistico, qualcun altro ha azzardato l’ipotesi di un ritorno in sordina. Fatto sta che la Venier ha dichiarato di non soffrire della sindrome dell’ex conduttrice e di vestire comodamente anche i panni di una comparsa.

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Torna il Grande Fratello e con lui un altro volto noto ha ceduto al fascino dell’opinione facile. Si tratta del romanissimo Claudio Amendola. Dai Cesaroni ai pecoroni della casa più famosa d’Italia a volte è un attimo. Altra fauna interessante è quella popolata dai vari “Sono ovunque, non dicono mai niente, ma lo fanno con ammirevole convinzione”. Sono gli onnipresenti, i prezzemolini, i veri esodati del tubo catodico. Muovendosi da Rai a Mediaset con un’agilità da Usain Bolt vattene in pensione, questi protagonisti trascorrono più ore in uno studio televisivo che nelle loro case. Anche questa categoria dai contorni incerti è piena di ex protagonisti della divulgazione scientifica, della letteratura e del giornalismo. Tutti singolarmente validi, ma che messi insieme a parlare della cellulite della Marini diventano un inquietante club che macina giudizi al grido di “questa è solo una mia opinione”: un sempreverde, un must, una frase che dovrebbe premettere una parvenza di distacco e che, invece, colpisce più forte di un coltello da bistecca conficcato nella carotide. E l’elenco sarebbe lunghissimo. Che sia questa la deriva di una tv che prima sfornava talenti nuovi e oggi, invece, brucia pure quelli che c’erano già? A dircelo sarà proprio il prossimo opinionista dietro l’angolo.