Quarta rata del Pnrr in alto mare, da Fitto solito scaricabarile

Il governo costretto a modificare 10 obiettivi del Pnrr su 27, ma per Fitto i ritardi sono colpa di Draghi.

Quarta rata del Pnrr in alto mare, da Fitto solito scaricabarile

Una conferenza stampa tutta sulla difensiva in cui si negano ritardi e anche i richiami sui ritardi, che per quanto possano essere stati enfatizzati, non si possono certo attribuire tutti alla fantasia delle opposizioni e della stampa. Stiamo parlando dell’incontro che il ministro Raffaele Fitto, a cui la premier Giorgia Meloni ha affidato la regia del nostro Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha avuto con i cronisti al termine della cabina di regia sul Pnrr.

E ai giornalisti Fitto ha pure consegnato una cartellina di sei pagine in cui certifica la bontà della versione del governo sul Recovery plan e indica gli obiettivi intermedi della quarta rata modificati dalla cabina di regia. Sono dieci e interessano sei ministeri: Imprese e Made in Italy, Infrastrutture e Trasporti, Ambiente, Istruzione, Cultura e Politiche di coesione.

Le modifiche sulla quarta rata del Pnrr

Fitto nega che la cabina sia stata convocata per rispondere a un’urgenza che, a suo dire, non c’è. La Cabina di regia sul Pnrr, spiega, è stata convocata ieri perché  il giorno prima con la Commissione europea al tavolo tecnico sono state definite le modifiche sugli obiettivi della quarta rata.

Modifiche che verranno inviate a Bruxelles e subito dopo partirà la richiesta per l’erogazione della quarta rata. Ma nessun ritardo spiega. Il Regolamento europeo “si limita a stabilire – si legge nella cartellina consegnata da Fitto – che ciascun Stato membro, raggiunti gli obiettivi definiti nel Piano, possa presentare la richiesta due volte l’anno. In particolare, il termine del 30 giugno per il raggiungimento degli obiettivi semestrali è riportato nella decisione di approvazione del Piano da parte del Consiglio Ue come meramente indicativo”.

Fitto si arrampica sugli specchi, considerato che l’Italia, secondo quanto stabilisce la tabella di marcia del Pnrr, avrebbe dovuto centrare entro la fine del mese scorso 27 obiettivi. Tabella di marcia che ha bucato. Fitto si nasconde dietro al fatto che nessun Paese ha presentato la richiesta di pagamento della quarta rata. E soprattutto continua con lo scaricabarile: “Vorrei dire che stiamo operando, sulla terza e sulla quarta rata, su obiettivi che non riguardano le decisioni di questo governo”.

La negazione dei ritardi italiani

E comunque nega richiami sui ritardi. “Ho letto le dichiarazioni di Paolo Gentiloni (commissario Ue all’Economia, ndr), non ha mai parlato di ritardi dell’Italia”. Il commissario ha fatto notare che la Spagna ‘corre’ nella messa a terra del Piano, “ma la Spagna ha chiesto anche molte meno risorse dell’Italia”.

Fitto annuncia che andrà in Parlamento il 18 per la relazione semestrale: “Penso di essere andato in Parlamento un numero di volte non paragonabile rispetto a quanto accaduto nei due anni precedenti”. Il ministro garantisce che “questo percorso” di revisione dei target “porterà alla richiesta dell’intera quarta rata, non immaginando un definanziamento” anche se non può dare garanzie sul fatto che verrà erogata entro l’anno e non scavallerà il prossimo.

Sulla terza rata spiega che al momento solo tre Paesi l’hanno richiesta: Spagna, Italia e Grecia. Per concludere che “se noi siamo in ritardo, gli altri che situazione hanno?”. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intanto ammette che se la terza rata del Pnrr fosse entrata prima, “sarebbe stato meglio”.

“Stiamo gestendo però la situazione – ha detto – confidando che quanto prima questa benedetta terza rata venga somministrata”. Le opposizioni, dal M5S al Pd, vanno all’attacco. Chiedono che la premier, Giorgia Meloni, riferisca alle Camere. “Questo governo dà la responsabilità ad altri sul Pnrr, vengono fatte dichiarazioni ambigue, si mette a rischio l’utilizzo delle risorse”, ha detto il 5S Stefano Patuanelli. “Venga il premier a metterci la faccia”.