Quelli che fanno fuggire dalla tv. Con l’ultimo talent la Carrà si gioca la reputazione. Bignardi rischia la chiusura anticipata. Giannini flop

Per Raffaella Carrà ci dispiace veramente tanto. Un’icona della televisione come lei non può essere etichettata come un fallimento. Il suo talent – il primo e probabilmente l’ultimo in onda su Raiuno – zoppica a dire poco. Non buca il video e non fa ascolti perché non piace. È considerato una brutta copia di X Factor. Heather Parisi c’è andata giù pesante: “Assomiglia a certe recite scolastiche, ai saggi di fine corso, agli spettacoli da villaggio turistico. Concorrenti senza talento, una giuria incapace di andare oltre alle solite banali frasi di circostanza”. Il flop di Raffaella è stato preso in esame anche da Vittorio Feltri sul Giornale: “Bisogna sapere che Forte forte forte costa un occhio (oltre 1 milione a puntata) e ottiene risultati debolissimi. E allora c’è da chiedersi: perché non chiuderlo subito, evitando così di gettare al vento altri milioni?” Non si era risparmiata neanche Selvaggia Lucarelli: “I primi dieci minuti ci mostrano una Carrà che fa il suo ingresso negli studi in minigonna, con gli stivali ad altezza coscia abbinati a un piumino. Nessuno le chiede di vestirsi da Rosy Bindi che scende a dar da mangiare ai gatti, ma forse a 70 anni la stivalata da cubista è un po’ eccessiva”. La seconda puntata del talent è riuscita nell’impresa di fare meno ascolti della prima: 3 milioni 84 mila spettatori con il 13,67% di share contro una media di 3 milioni 837 mila (15,52%) dell’esordio. Morale della favola: stroncata.

INTERVISTE NOIOSE
Non sta certo vivendo un momento migliore Daria Bignardi. Le sue Invasioni Barbariche scricchiolano. Il format sembra abbia fatto il suo tempo. La seconda puntata è stata vista soltanto da 582.000 spettatori (2,55% di share). Nonostante la presenza di Renzi anche la prima non ha fatto ascolti super (830.000 spettatori e il 3,82%) rispetto alle scorse edizioni. Ora esiste il rischio chiusura anticipata, se non risalirà la china per arrivare almeno al 3% di share. Non è che le altre signore dei salotti vadano meglio. Paola Perego dopo una stagione deludente alla Vita in diretta sta cercando di riprendere credito con Domenica In, ma è dura. Come lo è stato per Lorella Cuccarini in passato. Anche Elisa Isoardi paga dazio. Il cambiamento di orario non le ha giovato. A Conti fatti non decolla.

TALK IN CRISI
In coma irreversibile troviamo anche i talk politici. Perché non è in crisi il talk in quanto tale ma la politica dei soliti noti e delle medesime promesse non mantenute. A portare la bandiera (che in questo caso è pesante come una croce) c’è Massimo Giannini. Il conduttore di Ballarò si è visto quest’anno dimezzare gli ascolti. Ovviamente, non solo per colpa sua. Il programma ha finito per cedere un 40% del pubblico al competitor Giovanni Floris con diMartedì su La7. I soliti ospiti e una politica che non riesce più a catturare l’interesse del telespettatore hanno fatto il resto.