Querele temerarie e precariato. La politica dorme mentre i giornalisti affondano. La Federazione nazionale della stampa italiana torna a protestare

Tanti annunci dalla politica ma ancora niente è stato fatto per mettere un freno alla querele temerarie contro i giornalisti

Tanti annunci dalla politica ma ancora niente è stato fatto per mettere un freno alla querele temerarie contro i giornalisti. Per questo la Federazionale nazionale della stampa italiana ha tenuto, questa mattina, un nuovo presidio simbolico a Piazza Montecitorio per tornare a farsi sentire da una politica sorda rispetto alle richieste dei giornalisti. A sostenere la protesta una decina di organi e associazioni di giornalisti (fra cui Odg, Inpgi, Casagit, Articolo 21 e Unione Nazionale Cronisti Italiani). “Un’iniziativa irrituale” l’ha definita Beppe Giulietti, il presidente della Fnsi. Oltre al contrasto delle querele temerarie, utilizzate sempre di più per provare a mettere a tacere i giornalisti scomodi, la protesta era finalizzata a chiedere a Governo e Parlamento provvedimenti concreti anche sui temi del lavoro, della lotta al precariato e dei diritti. ”Nei decreti attuativi sull’editoria – ha detto Raffaele Lorusso, segretario dalla Fnsi – hanno accolto solo le richieste degli editori, ci sono 45 milioni di euro in più ma per accompagnare altri colleghi alla porta non per creare occupazione. Il precariato ormai è dilagante e informazione precaria vuol dire informazione più debole”.

Gli esempi della categorie giornalistiche che stanno vivendo momenti bui non mancano. In piazza Montecitorio c’erano anche alcuni giornalisti minacciati, quale Michele Albanese, cronista calabrese che da anni vive sotto scorta per le minacce ricevute dell’ndrangheta. C’erano anche giornalisti che stanno vivendo momenti di crisi elevata nelle loro rispettive redazioni come L’Unità, Metro, il Tg5 di Roma, Sole 24 ore e le agenzie di informazione che rischiano grosso col bando europeo.