Raccontava tutto su Facebook. Sospeso il capo della Protezione civile della Regione Calabria. Comportamento non consono al suo ruolo

Tansi ha fatto un uso spropositato di Facebook

Chi di Social ferisce di Social perisce. E’ amareggiato l’ormai ex capo della Protezione civile calabrese, Carlo Tansi, che è stato sospeso dal suo incarico per un uso di Facebook “spropositato, superficiale e privo di qualsivoglia ragionevolezza”. I vertici dell’ufficio Procedimenti disciplinari della Regione Calabria hanno evidenziato in cinque pagine tutte le “intemperanze” social che, a loro dire, non sarebbero in linea con il suo incarico di dirigente pubblico. Una motivazione singolare dal momento che ormai si vive perennemente in una dimensione 2.0 e sui social si lavora, si litiga, ci si fidanza e ci si lascia.

Lo stesso Tansi è rimasto incredulo quando ha ricevuto quel provvedimento: “è una decisione di cui prendo atto nel pieno rispetto della Commissione che l’ha emessa, anche se mi è sembrata eccessiva”. Non vuole entrare troppo nei dettagli anche perché ha dato mandato ai suoi legali di tutelarlo nelle sedi opportune, ma reputa assolutamente legittimo l’uso che ha sempre fatto e fa dei social. “Ritengo – spiega – che al di là dei ruoli istituzionali, ognuno in privato ha la libertà di esprimere le proprie opinioni, come previsto dall’articolo 21 della Costituzione, e ha anche il diritto di difendersi se viene attaccato ingiustamente. Tutti utilizzano Facebook, compresi presidenti regionali, sottosegretari, ministri. Io, in generale, scrivo spesso post in cui a volte denuncio pure i soprusi subiti da quando mi sono insediato per il ruolo che ho ricoperto”.

Il dirigente regionale si riferisce al nuovo corso dato alla Protezione civile: “Ho introdotto nuove regole, ho tagliato gli sprechi, ho eliminato la sudditanza delle associazioni di volontariato dalla politica”. Ha sempre reso noto il suo lavoro anche attraverso post sui social, che sono stati commentati sia in positivo che in negativo. Così, quando si è sentito attaccato ha ritenuto giusto difendersi. “Questo – aggiunge – non credo voglia dire diffamare”. Alla base del provvedimento della Regione targata Pd, ci sarebbero anche dei post specifici che non sono stati graditi. Su questo, però, ribadisce più volte di non voler entrare nel merito, pur non ritenendo affatto eccessivo il suo uso dei social. Anche se è un po’ preoccupato perché ciò potrebbe pregiudicare il rinnovo della carica. Infatti, la sospensione è arrivata lo scorso 16 novembre, due giorni prima la scadenza del suo mandato, e durerà fino al 31 dicembre. E ha già partecipato al bando per la nomina del capo della Prociv: “Temo che quello che è accaduto possa condizionare la selezione”.