Rai spendacciona: ecco i conti della periferia

di Matteo Pucciarelli per La Repubblica

Il caso più chiacchierato riguarda proprio la Firenze di Matteo Renzi. La sede regionale a due passi dal Lungarno e con gradevole vista sui colli toscani la volle Ettore Bernabei, fiorentino, democristiano e potentissimo gran capo di mamma Rai dal 1960 al ’74. Non si badò troppo a spese, di mezzo c’era stato anche la grande alluvione e la città si meritava un riconoscimento: 18mila metri quadrati di palazzo ad opera dell’architetto (fiorentino) Italo Gamberini. Oggi ci lavorano 132 persone. Calcolatrice alla mano, fanno 136,4 metri quadrati a testa. Un appartamento di tutto rispetto per ognuno, volendo.

È anche lì, nelle 21 sedi (e 24 redazioni) che la tv pubblica ha o prende in affitto nelle varie regioni italiane, che da anni si dice, si ripete e si intima di tagliare sprechi grandi e piccoli. In Sardegna ad esempio ci sono due basi Rai: una a Cagliari, l’altra a Sassari…

E le semplici pulizie? Altro bando da quasi 36 milioni di euro in quattro anni. Poi ci sono le frequenti trasmigrazioni dei funzionari romani mandati fuori dalla Capitale a dirigere le sedi locali. Esilio forse, dorato di sicuro: oltre allo stipendio, 3000 euro al mese per un alloggio decente e 700 euro a settimana per la trasferta…

Gli uffici di corrispondenza dall’estero, allora? Sono undici, Africa compresa (nello specifico, Nairobi); e adesso potrebbe riaprire Istanbul. Perché non partire da lì?, si chiedono a Sassari, o magari la redazione slovena di Trieste, o quella ladina di Bolzano. Si sa comunque che a Sky il costo del lavoro pesa per il 7% dei ricavi, a Mediaset per il 13 e in Rai per il 36%. Con i compensi milionari ai big che pesano come macigni. Un anno fa il Codacons inviò un suo dossier alla Corte dei Conti mettendo in luce i vari compensi monstre, i magistrati contabili aprirono un’istruttoria…