Raoul Bova come Valentino Rossi. Ha evaso un tesoretto. Iva elusa attraverso la società riconducibile alle sorelle. L’attore romano dovrà restituire all’erario 1,5 milioni di euro

Tasse e vip, un binomio che va davvero poco d’accordo. Questa volta a finire sotto la lente dell’Agenzia delle Entrate è stato Raoul Bova. L’attore romano avrebbe organizzato un meccanismo per pagare un’aliquota iva ridotta attraverso la Sammarco srl, la società che gestisce la sua immagine. Sui conti della società sarebbero passate una serie di transazioni non autorizzate. Quello ipotizzato dalla Procura di Roma sarebbe un giochetto finanziario studiato per bene tra le mura familiari: la società infatti è riconducibile alle sorelle dell’attore, Tiziana e Daniela, e alla moglie Chiara Giordano. Per questi motivi, ieri, la Procura di Roma ha sequestrato preventivamente beni per un milione e mezzo di euro all’attore.  I fatti contestati risalgono agli anni che vanno tra il 2005 e il 2010 con una somma sottratta all’erario che sarebbe di circa 680 mila euro. Cifra maturata con gli interessi a 1,5 milioni. La gestione della Sammarco srl è infatti affidata alle sorelle, mentre la moglie di Bova, invece, è la procuratrice.

L’inchiesta

La Finanza ha sequestrato all’attore tre immobili. Le Fiamme gialle, secondo quanto riportato da Repubblica, hanno dato esecuzione a un provvedimento che la Procura avrebbe ottenuto dalla Cassazione. Ripercorriamo la vicenda: a conclusione delle indagini della polizia tributaria il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Giancarlo Cirielli avevano già chiesto al gip un sequestro preventivo dei beni dell’attore. Giudice e Riesame, però, non ritennero necessario il sequestro penale. La Procura, però, è andata avanti fortemente convinta della condotta fraudolenta da parte dell’attore. Quei passaggi di denaro poco chiari tra Bova e la Sammarco srl non hanno mai convinto gli inquirenti che non hanno ritenuto ci fossero delle valide ragioni per giustificare tutta quella movimentazione economica. E per questo son voluti andare fino in fondo presentando ricorso in Cassazione. Tant’è che i giudici del Palazzaccio hanno dato ragione alla Procura. “Sono addolorato per quanto accaduto”, ha affermato l’attore, “si tratta di un accanimento perché dopo le contestazioni dell’Agenzia delle Entrate mi ero già accorto che i miei amministratori avevano compiuto degli errori e avevamo già trovato un accordo”. E Bova ha già dichiarato di voler saldare il conto.