Quanti trucchetti per vincere il referendum. Anche il fronte del No si adegua: in regalo crediti formativi agli avvocati. Ma è solo l’ultimo caso

Iniziative a dir poco ambigue su entrambi i fronti per vincere il referendum. Pur di portare gente ai comizi si mettono in atto strategie di ogni genere

nocreditiCosì fan tutti. Anche il comitato referendario per il No alla riforma costituzionale ha organizzato un convegno con crediti formativi per gli avvocati presenti. “Le ragioni del No”, il titolo dell’evento che si è tenuto sabato scorso nella sala consiliare del comune di Isernia, è andato addirittura oltre. Pensando non solo ai legali, a cui sono stati attribuiti tre crediti formativi, ma anche ai praticanti. Per loro in gentile omaggio, come attestato per la partecipazione, il riconoscimento di due udienze (vedi locandina accanto). Tanto per puntare anche sui giovani. Tra i promotori dell’incontro anche il deputato del Pd, Danilo Leva. Un fermo sostenitore del No alla riforma costituzionale. D’altronde Leva è uno che ci ha rimesso il posto di Responsabile nazionale del Forum Giustizia del Partito democratico con l’avvento della segreteria di Matteo Renzi.

Il precedente – Cambia il fronte, quello del Sì, ma non la sostanza. E nemmeno la città. Visto che lo scorso 29 ottobre, sempre a Isernia, si è tenuto il convegno “Un sì per l’Italia”, organizzato dai centristi con la partecipazione di Pier Ferdinando Casini, con l’attribuzione di tre crediti formativi agli avvocati in platea. Comizi elettorali o corsi di formazione professionale? Il problema è sempre lo stesso. Già in quel caso La Notizia sottopose la questione all’Ordine degli avvocati di Isernia che sostenne la propria posizione “d’imparzialità”. Sostenendo che in futuro ci sarebbe stato anche un convegno dove si sponsorizzava il “No” che avrebbe attribuito crediti formativi. Per l’appunto quello che si è tenuto sabato scorso (di cui sopra). Basta questo per rispettare la par condicio? O sarebbe più corretto che per un corso di formazione fossero presenti contemporaneamente sia i promotori del Sì che quelli del No? Ah, saperlo. Una cosa è certa: resta troppo labile il confine tra comizio elettorale e corso di formazione.

Propaganda a tutto campo – Tra sparate e promesse tipiche da campagna elettorale, sono spuntate iniziative di ogni genere  per provare a influenzare il voto del 4 dicembre. Che tutto fanno tranne che chiarire aspetti fondamentali di quel che cambierebbe. Il tutto nel nome della propaganda. Dall’una e dall’altra parte. Con le dovute eccezioni ovviamente, che per fortuna non mancano. Anche se serve andare a cercarle con il lanternino. Nel mirino sono finite, per esempio, anche le ministre Maria Elena Boschi e Beatrice Lorenzin che hanno usato il tema salute per promuovere il Sì. Ma anche lo stesso presidente del Consiglio per la sua intervista all’interno del Festival delle Letterature a Pescara dove gli studenti che hanno partecipato hanno ricevuto un bell’attestato ufficiale. C’è anche,  chi ha utilizzato la carta intestata del  Comune. Come il letterasindaco di Costermano, Stefano Passarini, che ha deciso di inviare una lettera ai suoi cittadini: “Non sono di sinistra, ma credo sia giusto votare sì …”. A lasciar ancor più spiazzati è la prima parte della lettera dove il sindaco sottolinea: “è importante che il voto sia espresso su una base di una convinzione informata”. Poi spiega di aver approfondito la questione riforma “con alcuni amici, di diverso orientamento politico”. E per questo arriva al consiglio finale di votare Sì. Il sindaco, insomma, ha studiato al posto dei suoi cittadini. Risparmiandogli la faticata. Alla faccia dell’informazione consapevole.