L’agenzia inglese dove lavorava Regeni mette bocca sul terremoto del centro Italia: il sisma regalerà a Renzi il referendum. Cinismo senza limiti

La società di analisi politica per la quale lavorava Giulio Regeni mette bocca sul terremoto: se Renzi gestirà bene la fase post sisma vincerà al referendum

di Stefano Sansonetti

Al festival del cinismo post terremoto adesso partecipano pure gli inglesi e gli americani. Soltanto qualche giorno fa, è appena il caso di ricordare, a Porta a Porta Bruno Vespa e il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, avevano “festeggiato” la possibile ripartenza dell’edilizia grazie al sisma, con tanto di nuovi posti di lavoro ed effetti sul Pil. Considerazioni come minimo inopportune, visto il conteggio dei morti ancora in corso. Stavolta, invece, il cinismo si presenta sotto forma di una valutazione fatta recapitare a Matteo Renzi da Oxford Analytica. Parliamo di una società di consulenza e analisi geopolitiche basata a Oxford, nel Regno Unito, ma infarcita di personaggi direttamente legati agli Stati Uniti.

IL PASSAGGIO – Ebbene, lo scorso 25 agosto la società ha pubblicato sul suo profilo Twitter una considerazione sull’Italia, con tanto di successivo approfondimento, che più eloquente non si può: “Il modo in cui Matteo Renzi gestirà il terremoto si ripercuoterà pesantemente sul risultato dell’imminente referendum costituzionale”. Proviamo a sviluppare il ragionamento. In sostanza per la società inglese una virtuosa gestione della crisi post terremoto da parte del Governo potrebbe regalare a Renzi un bel dividendo politico-elettorale in vista del referendum costituzionale di novembre. Insomma, anche in questo caso una considerazione non proprio opportuna, almeno per tempismo Poi, però, basta soffermarsi un attimo per ricordarsi che Oxford Analytica è proprio la società di intelligence presso la quale ha lavorato dal 2013 al 2014 Giulio Regeni, il dottorando italiano dell’università di Cambridge che tra gennaio e febbraio del 2016 è stato rapito e ucciso in Egitto. Una storia ancora avvolta nel mistero. Ma non finisce qui. Presidente e fondatore di Oxford Analytica è David R. Young, ex pezzo grosso di quell’amministrazione Nixon che venne travolta dallo scandalo Watergate.

GLI ALTRI – Nell’advisory board della società ci sono altri ex pezzi grossi dei repubblicani Usa, come l’ex vicesegretario di Stato John Negroponte. In più figura l’ex capo dei servizi inglesi Colin McColl. Senza contare che uomo forte di Oxford Analytica in Italia è Erik Jones, che insegna studi europei e politica economica alla Scuola di alti studi internazionali della John Hopkins University di Bologna. Proprio qui, secondo quanto riportato da un articolo del Sole24Ore dell’ottobre 2015, Jones avrebbe seguito in prima persona la preparazione della tesi di dottorato di Bilal Erdogan, figlio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Lo stesso Bilal che è indagato a Bologna per riciclaggio e che nel marzo 2016 è andato via dalla città per motivi di sicurezza. Insomma, ancora una volta il nome di Oxford Analytica, con tutte queste retrovie, rispunta in riferimento a vicende italiane.

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