Le 12 regioni verso la zona gialla e le riaperture dal 26 aprile nel nuovo decreto del governo Draghi

Il governo Draghi prepara un nuovo decreto legge che sancirà la zona gialla e le riaperture dal 26 aprile annunciate dal premier

Le 12 regioni verso la zona gialla e le riaperture dal 26 aprile nel nuovo decreto del governo Draghi

Il governo Draghi prepara un nuovo decreto legge che sancirà le riaperture dal 26 aprile annunciate in conferenza stampa dal presidente del Consiglio. E intanto ci sono regioni che hanno numeri da zona gialla e quindi sperano di uscire dalla zona rossa e arancione già da lunedì prossimo.

Le 12 regioni verso la zona gialla e le riaperture dal 26 aprile nel nuovo decreto del governo Draghi

Quali sono le dodici regioni che vanno verso la zona gialla? Repubblica scrive che ad avere i numeri per la zona gialla rafforzata sono Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto. Anche le province autonome di Trento e Bolzano potrebbero rientrare nella zona gialla, portando così l’Italia fuori dal lockdown soft della zona rossa e arancione già da lunedì 26 aprile.

Il problema, spiega il quotidiano, è però che c’è un andamento epidemico che divide il Paese in due. Al Sud i contagi corrono ancora. Grandi realtà come la Campania e la Sicilia hanno visto i nuovi casi crescere del 19% e del 15% nell’ultima settimana. La prima è passata da 11.214 a 13.375, la seconda da 7.831 a 9.032. Anche la Calabria ha fatto +19%. Crescono poi la Puglia (+4%), la Basilicata (+10), la Sardegna (+14) e il Molise (+82). Non è escluso che una o più di queste Regioni passi comunque in giallo questa settimana. In particolare la Basilicata potrebbe veder  migliorare lo scenario.

Zona gialla: cosa riapre dal 26 aprile 2021

Mercoledì o al più tardi giovedì il Consiglio dei ministri metterà nero su bianco il nuovo decreto che indicherà il calendario e le regole per le riaperture dal 26 aprile. Il governo conferma la road map annunciata dal premier Mario Draghi stoppando da un lato le pressioni che arrivano dal centrodestra per posticipare il coprifuoco e aprire in zona gialla anche i bar e i ristoranti al chiuso e dall’altro quelle di buona parte delle regioni che chiedono di rivedere la scelta di riportare tutti gli studenti in classe dal 26 se non si interverrà sui trasporti.

Il primo passaggio è la riunione degli esperti del Cts che dovranno esprimere un parere sul pass che servirà per spostarsi tra le regioni di colore diverso ma anche per accedere ad alcuni eventi, come assistere a spettacoli dal vivo o andare al cinema. Le certezze al momento sono due: la prima è che non sarà pronto per il 26 aprile, dunque da lunedì prossimo ci si sposterà verso le regioni rosse e arancioni con l’autocertificazione e uno dei tre documenti necessari allegato, il certificato vaccinale, quello di avvenuta guarigione o l’esito del tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti.

Il pass per gli spostamenti tra regioni e le linee guida per la riapertura di bar, ristoranti, palestre e piscine

Il pass sarà in linea con quello europeo che dovrebbe diventare operativo tra giugno e luglio. Prima si capisce come funziona quello Ue e poi ci si adegua. L’ipotesi più concreta è utilizzare una app che contenga un Qr code con le informazioni, da esibire a richiesta. L’indiziata numero uno è ‘Io’, la app della Pubblica amministrazione già utilizzata per il cashback di Stato: è costruita, dicono gli esperti, secondo tutti i canoni europei per quanto riguarda l’identità digitale e il rispetto della privacy, dunque già pronta per l’utilizzo. In ogni caso una decisione definitiva ancora non c’è e al momento non sono escluse neanche le altre due opzioni: rimanere con il certificato cartaceo o utilizzare la tessera sanitaria.

Sul tavolo degli esperti del Cts ci saranno anche le linee guida delle Regioni per le riaperture che, almeno su due punti, suscitano perplessità e preoccupazione: né la richiesta di riaprire bar e ristoranti anche in zona arancione e rossa, né l’utilizzo degli spogliatoi in piscine e palestre (queste ultime le regioni chiedono che possano aprire dal 15 maggio e non il primo giugno) dovrebbero passare il vaglio. E ad alimentare le tensioni all’interno della maggioranza e tra governo e regioni è proprio la questione dei ristoranti, che si porta dietro quella del coprifuoco: buona parte dei presidenti e del centrodestra vorrebbero poter aprire anche i locali al chiuso in zona gialla e posticipare il divieto di circolazione alle 23 o a mezzanotte.

Il coprifuoco e le regioni in zona gialla rafforzata: il calendario delle riaperture dal 26 aprile

Le Regioni chiedono un passo in più sulle riaperture, dalle palestre ai ristoranti, dal coprifuoco al pass. Ma il governo mantiene per ora la roadmap annunciata dal premier con le ripartenze graduali a partire dal 26 aprile di diverse attività. Le principali novità, secondo quanto previsto dal governo in seguito alla riunione della cabina di regia, sono:

  • dal 26 aprile torna la didattica in presenza, nelle zone gialle e arancioni, in tutte le scuole di ogni ordine e grado;
  • riaprono bar e ristoranti, ma solo con il servizio all’aperto, sia a pranzo che a cena nelle zone gialle;
  • sarà possibile lo spostamento tra regioni gialle e solo con un “pass” per spostamenti possibili anche tra regioni di diverso colore, musei di nuovo aperti.

Sempre da lunedì nelle zone gialle riapriranno i musei, e anche teatri, cinema e spettacoli aperti con misure di limitazione della capienza. Il capitolo riaperture, successivamente, consentirà dal 15 maggio l’apertura delle piscine, solo all’aperto; dal primo giugno ristoranti con tavolo al chiuso, solo a pranzo, con nuove linee guida, e anche le palestre, sempre con nuove linee guida; dal primo luglio al via fiere e congressi con nuove linee guida, l’attività di stabilimenti termali e parchi tematici, con nuove linee guida.

Nel decreto legge sulle riaperture dal 26 aprile è contenuta anche la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 luglio. Ma proprio su questo punto c’è baruffa interna nella maggioranza. Perché la Lega ha contestato le varie proroghe dello stato d’emergenza fatte durante la pandemia dal governo Conte. E le contestazioni di ieri potrebbero mettere in difficoltà il Carroccio oggi, se Salvini e gli altri danno l’ok al provvedimento. Soprattutto perché in agguato c’è Giorgia Meloni, pronta a continuare la sua protesta e a far pesare la sua coerenza nei sondaggi.