Il governo punta sulle rinnovabili, ma solo a parole

Il ministro dell'Ambiente, Pichetto Fratin, dice che il governo vuole puntare sulle rinnovabili, ma per il momento nei fatti non lo fa.

Il governo punta sulle rinnovabili, ma solo a parole

Il governo vuole puntare sulle fonti rinnovabili, sostituendo quasi completamente il carbone. Almeno questo è l’obiettivo, a parole, del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Nei fatti, però, le cose sembrano andare diversamente: da quando è iniziata la crisi energetica, l’aumento di investimenti per produrre attraverso fonti rinnovabili per l’Italia è stato minimo, ben al di sotto di quanto fatto dagli altri grandi Paesi europei.

Pichetto Fratin spiega, però, che l’obiettivo dell’esecutivo è quello di ribaltare l’attuale rapporto sulla produzione di energia: oggi viene prodotta per due terzi attraverso fonti fossili e per un terzo grazie alle rinnovabili. Un rapporto che deve assolutamente cambiare, a giudizio del ministro. Ma per il momento si pensa più al nucleare che non ad aumentare consistentemente gli investimenti sulle rinnovabili.

La produzione di energia elettrica: Pichetto vuole puntare sulle rinnovabili, ma per ora lo fa con scarso successo

Secondo il ministro dell’Ambiente bisogna ribaltare questo schema entro il 2030, raggiungendo un terzo della produzione attraverso fonti fossili e due terzi attraverso le rinnovabili. Questo cambiamento, spiega ancora il ministro, deve avvenire utilizzando il gas per accompagnare un processo che richiede tempo. Inoltre, intervenendo al Festival di Green&Blue, Pichetto Fratin ha spiegato che è necessario continuare a sperimentare e fare ricerca anche sul nucleare. Non esattamente una fonte rinnovabile.

Il ministro dell’Ambiente punta all’addio al carbone entro il 2024 o il 2025, ma dipende anche dal gas

L’altro obiettivo che fissa Pichetto Fratin riguarda l’addio al carbone, che può avvenire entro il 2025 o anche prima: “Io spero entro il 2024 se i prezzi del gas tengono”. Prezzi che ora sono stabilmente sotto i 30 euro al kilowattora (addirittura sotto i 25 negli scorsi giorni), su livelli che non si vedevano dal 2021, prima dell’inizio della crisi energetica. Per abbandonare il carbone, però, bisogna puntare soprattutto sulle fonti rinnovabili: il ministro cita l’idroelettrico, il geotermico, il fotovoltaico e l’eolico.