Roma, corruzione sugli appalti della sanità pubblica. Nove persone arrestate, ci sono anche dirigenti della Asl. Indagato pure il deputato e re delle cliniche Angelucci

Ancora corruzione nella Capitale. L'ultima indagine in ordine di tempo riguarda la sanità pubblica, un settore che fa gola visti i soldi che circolano

Ancora corruzione nella Capitale. L’ultima indagine in ordine di tempo riguarda la sanità pubblica, un settore che fa gola visti i soldi che girano. Quello scoperchiato dai Nas di Roma è un presunto sistema corruttivo con una turbativa d’asta di appalti nella sanità. I carabinieri hanno arrestato nove persone tra dirigenti dell’Asl e imprenditori. Non è tutto. Perché ci sono altre dieci persone indagate per traffici di influenze e falso. In carcere sono finiti due dirigenti della Asl e un gestore di laboratorio di analisi cliniche, sei dipendenti della sanità pubblica e imprenditori si trovano invece agli arresti domiciliari.

Il sistema costruito era finalizzato a truccare le gare d’appalto per assegnare le opere manutentive di alcune strutture sanitarie che si trovano a Roma. I traffici di influenze contestati riguardano dirigenti e pubblici ufficiali, imprenditori privati e altri soggetti ritenuti “coinvolti in una ramificata rete di reciproche facilitazioni affaristiche finalizzate alla realizzazione di profitti e vantaggi personali, perpetrate mediante traffici di influenze e la redazione di false attestazioni”. Le perquisizioni hanno riguardatole sedi Asl Rm di Lungotevere Vittoria e di Borgo Santo Spirito.

I tre filoni d’inchiesta – Al centro dell’inchiesta c’è il dirigente della Asl Maurizio Ferraresi che sarebbe tra i protagonisti di alcuni episodi di corruzione e turbativa d’asta. Ferraresi, secondo quanto rivelato dall’inchiesta, sarebbe stato stipendiato da due imprenditori titolari di studi di analisi cliniche; in pratica il dirigente prendeva soldi per consigliare, a chi si rivolgeva alla commissione patenti di cui è responsabile, lo studio Dionisi (di Mario e della sorella Rossella).Sempre Ferraresi (questa la seconda tranche dell’inchiesta) è finito nel mirino perché avrebbe messo in contatto alcuni imprenditori con il dirigente Asl Claudio Cascarino in relazione a una gara d’appalto. Terzo e ultimo atto dell’inchiesta riguarda, invece, l’imprenditore Antonio Angelucci. Il deputato di Forza Italia è indagato per traffico di influenze perché avrebbe cercato qualcuno che gli desse una mano in Cassazione per avere una sentenza favorevole in relazione a un sequestro preventivo. Tentativo però fallito. Angelucci avrebbe contattato Ferraresi per intervenire in qualche modo, in cambio il dirigente avrebbe chiesto all’imprenditore l’assunzione delle due fidanzate dei figli.