Sale il reddito ma pure il gap tra ricchi e poveri

Le disuguaglianze di reddito sono aumentate nel 2023 e peggiorate lo scorso anno fino a toccare i livelli del 2019

Sale il reddito ma pure il gap tra ricchi e poveri

La sorpresa si trova in un allegato al Dpfp, documento programmatico di finanza pubblica, che aggiorna l’analisi dell’andamento degli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile. Cresce il reddito disponibile degli italiani ma il divario tra i più ricchi e i più poveri aumenta mentre la povertà assoluta resta stabile.

Il reddito disponibile lordo corretto pro capite nominale “prosegue anche nel 2024 sul sentiero di crescita” registrando una “variazione significativa pari al +3,0% rispetto al 2023” e a fine periodo, il livello dell’indicatore dovrebbe essere più elevato del 11,5% rispetto al 2024. In termini reali, alla luce del calo dell’inflazione, per il reddito pro capite si stima un aumento del 5,2% nel 2025 rispetto al 2019 e dell’8% per cento, in termini cumulati, nel triennio successivo.

Si aggrava gap tra ricchi e poveri

Ma appunto aumenta il gap tra ricchi e poveri: la stima della disuguaglianza del reddito netto per il 2024 è in lieve peggioramento (+0,2 punti a 5,5 punti), mentre le previsioni per il periodo 2025-2028 prospettano una sostanziale stabilità. Inoltre “lo scenario di proiezione prefigura una sostanziale stabilità della povertà assoluta familiare nel periodo 2024-2028”. Il reddito disponibile lordo corretto pro capite nominale prosegue sul sentiero di crescita intrapreso dal 2021. Su tale andamento influisce la buona dinamica dei redditi nominali delle famiglie (+3% nel 2024 sul 2023) e la lieve diminuzione della popolazione.

Nel 2024 l’indicatore delle disuguaglianze tra i redditi scende ai livelli del 2019

Il Mef spiega poi che la disuguaglianza del reddito netto è misurata dal rapporto fra l’ammontare del reddito disponibile equivalente del quinto di popolazione con il reddito più alto e quello del quinto con il reddito più basso. Rispetto alla stima Istat nella relazione Bes 2025, il dato definitivo per il 2023 è stato rivisto al rialzo e pari a 5,5. E per il 2024 la stima è di un lieve peggioramento, con l’indicatore che scende allo stesso livello per il 2019.

“Leggiamo la nota del Mef allegata al Dpfp in base alla quale salirebbe il reddito disponile complessivo del paese così come il gap tra ricchi e poveri. Ci chiediamo se sia uno scherzo”, si chiede Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.

“Dalla lettura dello stesso documento si comprende che il reddito nominale aumenta solo per effetto della variazione delle aliquote ma il drenaggio fiscale recupera poi quella differenza. Quanto all’enorme divario tra ricchi e poveri, evidente agli occhi di tutti, il Governo risponde con la riduzione degli stanziamenti per la spesa sociale. Nella prospettiva di un aumento progressivo della spesa militare, sottoscritto dal governo Meloni con la Nato (fino al 5% del Pil entro 10 anni), e Bruxelles (il piano «Rearm Europe»), altre risorse verranno distratte da un Welfare disastrato. In conclusione la nota del Mef sarebbe uno scherzo in un paese normale, non nel paese governato da Meloni e Giorgetti”.