Salvini snobba Berlusconi: è il passato. Poi sfida Renzi: se vinciamo nelle regioni rosse a casa. Ma il Carroccio in Veneto rischia davvero grosso. Si candida pure Tosi

Che Matteo Salvini possa diventare o meno il leader del centrodestra lo diranno i numeri. Perché, al di là, dei sondaggi sono ancora i voti quelli che contano. E allora le regionali e le amministrative del prossimo 31 maggio assumono un valore tutt’altro che locale. Lascia quindi il tempo che trova l’avvertimento, con aria di sfida, del segretario del Carroccio a Silvio Berlusconi: “Non è più lui il leader. Bisogna guardare avanti. Berlusconi leader del centrodestra sarebbe come tornare indietro. L’ex Cavaliere può essere ancora importantissimo, ma io guardo avanti”. Un Salvini sicuro di sé è andato oltre sfidando anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi: “Se vinciamo in una delle regioni rosse c’è qualcuno che a Palazzo Chigi dovrebbe chiedere scusa e dimettersi”. Salvini si sente forte anche in Liguria e Toscana. Sembra chiaro che per la Lega la priorità resti il Veneto. Una regione che sembrava saldamente nelle mani del Carroccio, ma che ora scricchiola dopo gli ultimi accadimenti. Nella serata di oggi, infatti, il sindaco di Verona, Flavio Tosi, ha sciolto le riserve annunciando che correrà alle regionali per la guida della regione Veneto.

CENTRODESTRA NEL CAOS
Si voterà il 31 maggio. E Salvini attacca: “è una data che dimostra che questi hanno paura. È una data demenziale nel bel mezzo di un ponte scelta dalla sinistra che ha paura e vuol far votare meno gente possibile: ma li stupiremo”. Non rappresentano la sacra verità, ma ultimi sondaggi alla mano si registra anche un leggero calo dell’indice di gradimento della Lega (forse per il caso Tosi?). Il che non autorizza a dormire sonni tranquilli. Perché se il Carroccio sfondasse in Liguria o Toscana sarebbe un boomerang per il premier, ma se in Veneto trionfasse il Pd con Alessandra Moretti per la Lega sarebbe una vera Caporetto.