Lezione già dimenticata sulla Sanità modello Formigoni. Parla la deputata Mammì (M5S): “È ora di pensare agli ospedali pubblici”

Parla la deputata Stefania Mammì (M5S): "È ora di pensare agli ospedali pubblici".

Lezione già dimenticata sulla Sanità modello Formigoni. Parla la deputata Mammì (M5S): “È ora di pensare agli ospedali pubblici”

Onorevole Stefania Mammì (M5S), quali crede debbano essere le priorità della prossima Legge di Bilancio in campo sanitario?
Nel disegno di legge di Bilancio, approvato dal Consiglio dei ministri, è stato confermato l’incremento di 6 miliardi in tre anni del Fondo sanitario nazionale, con una dotazione che sale a 124 miliardi di euro per il 2022. Si tratta di un corposo stanziamento che consentirà, innanzitutto, di sostenere l’acquisto dei vaccini anti SARS-CoV-2 e dei farmaci innovativi. Il vero punto prioritario sarà la riorganizzazione ed il potenziamento della sanità territoriale, a partire dalla realizzazione delle Case della salute in cui coordinare tutti i servizi di assistenza socio-sanitaria delle cure primarie e di prossimità. La figura chiave sarà quella dell’infermiere di famiglia, già introdotta dal Decreto Rilancio e ancor prima in una proposta di legge presentata a mia prima firma all’inizio di questa legislatura.

Centrale rimarrà dunque il tema Covid. Lei ha condotto una battaglia in merito al controllo dei Green Pass “scolastico”, che ha portato anche a un ordine del giorno. Cosa auspica in merito?
Ho avuto modo di vivere in prima persona una situazione di malfunzionamento dell’App di verifica della certificazione verde. Non ho potuto varcare la porta d’ingresso e di conseguenza accompagnare mia figlia in classe. Situazioni del genere provocano disagio nei bambini in tenera età e in modo particolare per quelli con disabilità. Per questo, ho “suggerito” al Governo di studiare delle modalità semplificate per il controllo quotidiano del green pass. L’impegno dell’ordine del giorno è stato accolto dal Governo e dunque mi auguro che la mia proposta trovi attuazione.

Le sue battaglie hanno toccato anche il delicato tema degli infermieri. Quali sono le principali criticità?
Se da un lato la pandemia ha fatto scoprire a tutti il valore del servizio reso alla comunità dagli infermieri, dall’altro ha anche messo in luce l’allarmante carenza di queste figure in Italia. Per superare le criticità nel breve termine, sono intervenuta sul superamento del vincolo di esclusività e sul riconoscimento del diritto all’esercizio dell’attività libero professionale al di fuori dell’orario di impiego. Come soluzione a medio e lungo termine, invece, ho ottenuto l’ampliamento dei numeri programmati per le lauree in infermieristica per il presente anno accademico. Per conseguire la piena valorizzazione della figura e renderla più attrattiva, è necessario rivedere il trattamento economico, con un adeguato aumento degli stipendi, aspetto sul quale mi batto da tempo.

Tra Legge di Bilancio e Pnrr in che modo potranno essere aiutati gli operatori sanitari?
Tutti i cittadini confidano in una nuova stagione del SSN. Oltre alle risorse improntate in legge di bilancio, attraverso i fondi del PNRR, saranno infatti investiti ben quattro miliardi di euro nelle cure domiciliari, per potenziare l’assistenza pubblica domiciliare. Vorrei anche sottolineare che il PNRR prevede che per il 2027 la dotazione di personale infermieristico aumenterà dalle 332.292 unità odierne fino a 402.352, con un incremento del 21%.

Il Movimento ha fortemente insistito negli ultimi mesi sull’evoluzione dell’assistenza territoriale pubblica. Specie la sua regione, la Lombardia, ha dato prova di come una sanità troppo sbilanciata sul privato possa essere dannosa…
Auspico che a livello nazionale venga fatta una riflessione sul rispetto dell’erogazione delle prestazioni da parte delle regioni anche in riferimento al numero di prestazioni erogate a pagamento non per libera scelta dei cittadini ma per mancanza di offerta pubblica o convenzionata. La salute non può essere trattata come un servizio da affidare a chi riesce a trarre più profitto, poiché ciò comporta una disomogeneità dell’offerta sanitaria. Il sistema sanitario Italiano è l’infrastruttura più grande del nostro Paese, la più grande opera pubblica mai costruita, dobbiamo tutelarla.