La procura di Arezzo ha notificato 22 avvisi di conclusione delle indagini nell’ambito del primo filone d’inchiesta sulla bancarotta di Banca Etruria. Si tratta di circa 200 milioni di finanziamenti distribuiti a diverse società e mai rientrati per un cantiere navale a Civitavecchia, alla Sacci, alla Isoldi, alla Pegasus, alla High Facing, alla Castelnuovese e alla San Carlo Borromeo.
A riceverli 22 tra ex componenti degli ultimi due Cda dell’istituto e dirigenti. In particolare tra gli indagati figurano gli ex presidenti Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi. Per tutti e 22 l’accusa, dunque, è di bancarotta fraudolenta in concorso, anche se per alcuni è aggravata anche dal conflitto di interessi.
Secondo quanto ricostruito, in pratica, la Procura aretina aveva indagato su tutti i componenti del penultimo e del terzultimo Consiglio di amministrazione di Banca Etruria, rispettivamente a guida Elio Faralli e Giusepp Fornasari ma la notifica di chiusura indagini interessa solo consiglieri e dirigenti che avevano deliberato i finanziamenti finiti, al momento, nell’inchiesta. Proprio perche tali finanziamenti non risultano mai approvati da Pier Luigi Boschi, il padre dell’ex ministro e oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio non è stato raggiunto da nessun provvedimento di notifica di conclusione delle indagini. Per precisione va ricordato, inoltre, che lo stesso Lorenzo Rosi è indagato ma per il periodo in cui era consigliere e non presidente della banca.