Scandalo in Israele, il ministro Eliyahu svela gli obiettivi della guerra nella Striscia di Gaza affermando che “gli ostaggi non sono la priorità” e scatena una pioggia di critiche

Scandalo in Israele, il ministro Eliyahu svela gli obiettivi della guerra di Gaza affermando che “gli ostaggi non sono la priorità”

Scandalo in Israele, il ministro Eliyahu svela gli obiettivi della guerra nella Striscia di Gaza affermando che “gli ostaggi non sono la priorità” e scatena una pioggia di critiche

Le parole del ministro del Patrimonio israeliano Amichai Eliyahu, esponente del partito di estrema destra Otzma Yehudit, hanno scatenato un’ondata di critiche politiche e indignazione pubblica in Israele e non solo. In un’intervista rilasciata alla radio Kol Chai, Eliyahu ha dichiarato che il rilascio degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 e tuttora trattenuti nella Striscia di Gaza non dovrebbe rappresentare l’obiettivo principale della guerra in corso.

Scandalo in Israele, il ministro Eliyahu dichiara: “Non sono ostaggi, sono prigionieri di guerra”

“Dovrebbero essere chiamati prigionieri di guerra, e dei prigionieri di guerra ci si occupa alla fine della guerra”, ha affermato il ministro. “Quando li si definisce ostaggi, si intende che l’obiettivo è riportarli a casa il prima possibile, ma io credo che gli ostaggi non debbano essere la priorità”, ha aggiunto Eliyahu, già noto per dichiarazioni controverse, tra cui quella in cui suggeriva di sganciare una bomba atomica su Gaza.

Le sue parole arrivano in un momento delicato, in cui le trattative internazionali per un cessate il fuoco e il rilascio dei prigionieri si alternano a operazioni militari sul terreno e raid aerei israeliani contro le roccaforti di Hamas.

Reazioni durissime dell’opposizione: “Una vergogna per lo Stato”

A rispondere per primo è stato Yair Lapid, leader del partito centrista Yesh Atid ed ex premier israeliano affermando: “Dopo aver proposto di cancellare Gaza con una bomba nucleare, Eliyahu ora propone di abbandonare gli ostaggi alla morte. È un danno permanente alla sicurezza, alla nostra immagine internazionale e ai valori fondanti del nostro Stato. Se non verrà licenziato oggi, il governo israeliano ammetterà di aver abbandonato gli ostaggi”.

Sulla stessa linea anche Yair Golan, del partito democratico, secondo cui Eliyahu “sta solo dicendo ad alta voce quello che il governo sta già facendo di nascosto. Hanno deciso di sacrificare gli ostaggi per prolungare la guerra a tempo indefinito. Ma il popolo israeliano vuole sicurezza e il ritorno dei rapiti, non visioni messianiche”.

Dura anche la presa di posizione di Benny Gantz, ex ministro della Difesa e attuale leader del partito di centrodestra Blu e Bianco, che ha scritto su X: “Gli ostaggi non sono prigionieri di guerra. Solo il paragone mette a rischio le loro vite e rafforza la narrativa di Hamas. Per distruggere il governo terroristico di Hamas, serve un accordo globale per riportare tutti gli ostaggi a casa”.