Schwazer vuole le Olimpiadi a Rio: il marciatore rivendica l’innocenza. E chiede la prova del dna

Schwazer non ci sta. E presenta ricorso per dimostrare la sua innocenza. Chiedendo la prova del dna per svelare un'eventuale manomissione della provetta

Alex Schwazer non ci sta. E presenta ricorso per cercare di dimostrare la sua innocenza. Chiedendo la prova del dna per individuare un’eventuale manomissione della provetta “incriminata”. È l’ultima carta che può giocarsi per andare a Rio. “Abbiamo l’assoluta certezza che Schwazer è innocente, ha detto il legale, e della cosa si stanno occupando anche i Ros. Alex è andato contro poteri ed interessi forti”, ha dichiarato il legale Gerhard Brandstaetter. Il marciatore altoatesino, che aveva conquistato la qualificazione all’Olimpiade di Rio 2016, è stato categorico: “Se tra un anno mi danno ragione non me ne frega nulla. Voglio andare alle Olimpiadi perché sono pronto e vincerò”. Nel corso della conferenza stampa, convocato a Vipiteno dove sta continuando ad allenarsi, ha ripetuto: “Non mi sono dopato. O qualcuno mi ha dato di nascosto la sostanza, o la provetta è stata manipolata”.

Complotto
La linea scelta è quella del complotto, già denunciato dal suo allenatore Sandro Donati in una recente intervista, in cui aveva addirittura parlato di interessi malavitosi dietro la squalifica di Schwazer. Per questo motivo il preparatore sarà ascoltato in un’audizione dalla commissione parlamentare antimafia. “È evidente la volontà di spazzare via un atleta ed il mio lavoro con lui”, ha scandito Donati. “Abbiamo portato avanti  una speranza – ha aggiunto – ce la giocheremo. Qui Alex ha dimostrato di non essere un campione, di più. Lui mi chiede perché mi e ci hanno fatto questo. Lui ha marciato tanto, questo ragazzo si è messo in gioco con un coraggio incredibile, contando sulle sue forze”. E infine,visibilmente commosso, ha ripetuto: “Alex è un super asso, non c’è avversario russo che tenga”.

La tesi difensiva
Di fronte ai giornalisti, Brandstaetter ha sollevato molti dubbi sulla gestione della provetta incriminata, durante il trasporto. Perché il controllo è stato fatto a Capodanno e all’entourage di Schwazer risultano delle anomalie nella consegna. “Ci è stato detto solo che la richiesta del riesame del campione è arrivata in zona Cesarini. Io ho dei dubbi che sia arrivata anche oltre”, ha incalzato il legale. Che ha anche rilanciato: “Mi dicono che il dna mi permetterebbe di dire se il testosterone l’ho ingerito o se è stata manipolata la provetta. Ma la Iaaf non ci concederà la prova dna perché non è prevista”. E il marciatore si è anche sfogato sul modo in cui vengono fatti i controlli: “Sulle provette l’atleta ha mille obblighi. Ma chi lo controlla ne ha molto pochi. Ho pensato tanto a cosa può essere successo…”