Sembra il Sanremo di Baudo e Mike. Conti riconsegna il Festival alla vecchia tradizione. Gara al centro della serata. E ospiti nazional popolari

Guardando il Sanremo di Carlo Conti sembra di rivedere il Festival di Mike Bongiorno o di Pippo Baudo. I cantanti e la gara sono tornati protagonisti del progetto. Per dirla alla Garcia, Conti ha riportato la chiesa al centro della piazza. Di azzardato soltanto la scenografia da discoteca e i vestiti delle protagoniste (ma chi li sceglie?). Chiara tutta in giallo come un canarino, Emma in bianco come al matrimonio (anche se a sposarsi è stata Belen) e Arisa in rosso col fiocco come una bomboniera (e senza reggiseno, tanto da essere soprannominata Asisa). Il rosso è il colore scelto anche da Malika Ayane e Rocio Munoz Morales. Un Conti tanto attento al cerimoniere che dopo meno di un’ora aveva già ringraziato chi lavora dietro le quinte, le forze dell’ordine, il pubblico. Ci mancava solo la portiera e il garagista. Ma che noia l’anteprima!
Dopo aver visto esibirsi Chiara, Grignani, Britti (sembrava parlasse) e Malika Ayane meno male che ci ha pensato Tiziano Ferro a scaldare il pubblico in sala. Più passano gli anni e più sembra il fratello più piccolo di Massimo Ranieri. Però gli applausi sono tutti per lui. Standing ovation. Un ottimo preludio all’esibizione dei Dear Jack, che si confermano tra i favoriti per la vittoria finale. La loro canzone è molto sanremese. E se il Mondo esplode vinceranno davvero (Volo e Fragola permettendo). Standin ovation anche per Al Bano e Romina Power che hanno esordito cantando: come va l’amore? Tutto ok. Poi Felicità e via cantando. Chissà se l’hanno fatto apposta… Che fiction! Con Conti che chiede il bacino, su prendetevi per mano… E con Al Bano che rischia l’infarto rifacendo le flessioni sul palcoscenico. Bah.

CAPANNA GILETTI
Massimo Giletti è finito alla sbarra dopo l’intervista a Mario Capanna all’Arena sui vitalizi. Ora addirittura viene descritto come un fomentatore della rivolta verso i politici e i parlamentari. E allora? Un conduttore di un programma tv, soprattutto di un talk che rappresenta la pancia degli italiani, non è un extraterrestre. Prima di tutto è un cittadino italiano. E come tale se è disgustato e contrario ai vitalizi è libero di farlo notare. Di esprimere la sua opinione. Sì, è vero che anche lui, lavorando in Rai, è pagato con i soldi pubblici, ma – come giustamente ha sottolineato il diretto interessato – se il programma va male lui se ne va a casa. E il suo ingaggio non è un vitalizio. Giletti ha interpretato quello che pensano gli italiani dei vitalizi. Non è certo colpa sua se la fiducia nella classe politica è ai minimi storici.

SETTA DA AGON
Uno studio per due. Lo studio, Amapola. Se lo dividono Luisella Costamagna e Monica Setta che partono con due programmi nuovi di Agon Channel. La prima avrà un settimanale in prime time dedicato alla politica e intitolato Lei non Sa chi sono io, mentre la Setta parte il 23 con una trasmissione quotidiana Quello che le donne non dicono…. rigorosamente al femminile. Autore del salotto rosa, oltre alla Setta, il giovane Andrea Mennella che ha lavorato con successo in molte trasmissioni, da Italia’s Got Talent su Canale 5 a Ti lascio una canzone su Raiuno. La regia è di Gianluca Staffa.