Servono 25 miliardi nella legge di Stabilità. Renzi continua con gli annunci. Ma Padoan è disperato con i conti

Servono 25 miliardi nella legge di Stabilità. Renzi continua con i suoi annunci. E Padoan è disperato con i conti

Le promesse hanno un costo. Almeno se c’è l’effettiva intenzione di realizzarle. Dall’abolizione di Equitalia all’aumento in busta paga agli statali, passando per gli intervventi sulle pensioni il conto è di almeno 20 miliardi, visto che si parte da una base di 15 miliardi da destinare alla priorità assoluta: il blocco delle clausole di salvaguardia. E, nonostante l’affanno nel reperire risorse, Matteo Renzi nelle ultime ore – complice l’aria di campagna elettorale per il referendum – si sta facendo prendere la mano. E va di promessa in promessa. Così nella Legge di Stabilità devono entrare un bel po’ di provvedimenti che richiedono un cospicuo gruzzolo di denaro. La stima della spesa potrebbe anche lievitare, soprattutto se il presidente del Consiglio non frena l’incontrollabile voglia di aprire i cordoni della borsa. Calcolatrice alla mano, è difficile individuare dove poter trovare i fondi per la copertura degli annunci del numero di Palazzo Chigi.

CONTI FATTI – Il problema di far quadrare i conti grava sulle spalle del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. In cima alla lista c’è una questione ineludibile: la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia. Espressione che cela una minaccia per i cittadini e un disastro per i consumi:  l’aumento dell’Iva. Per questo nel Governo c’è tutta l’intenzione di impedire che cresca ulteriormente. Il capitolo-pensioni non è da meno. I principali interventi previsti sono l’introduzione dell’Ape (anticipo pensionistico), dal costo di circa 700 milioni, e lo scivolo per chi ha iniziato a lavorare tra i 14 e i 18 anni (spesa stimata tra 1,2 e 1,8 miliardi di euro). E ancora: il raddoppio della quattordicesima dei pensionati con un “prezzo” di 800 milioni e la ricongiuzione dei contributi versati in gestioni diverse (circa 500 milioni). La somma è di 4 miliardi, anche se si lavora a un ridimensionamento. Tutto da valutare l’aumento degli stipendi ai dipendenti pubblici: i sindacati vorrebbero sul piatto qualcosa come 7 miliardi. Bisognerà arrivare a un compromesso, ma che non può essere troppo al ribasso. Altrimenti la promessa potrebbe rivelarsi un boomerang per Renzi.

EQUITIALIA VIVE – Da non dimenticare  che in agenda c’è l’abolizione di Equitalia. Nessuno ha mai spiegato come sarà sostituita la società di riscossione crediti, né tantomeno a quale prezzo. Di sicuro Equitalia recupera circa 8 miliardi di euro all’anno: un gruzzolo che comunque non può essere perso. C’è poi da considerare le richieste di Area popolare sul fisco per le piccole e medie imprese.  Nel libro dei sogni c’è anche il Ponte sullo Stretto, su cui Renzi sembra intenzionato a puntare. Allo stato dei fatti è difficile immaginare che possa esserci qualcosa già nella prossima Legge di Stabilità. Perché, stando alle vecchie stime, l’opera avrebbe un prezzo di almeno 8 miliardi di euro.   In ogni caso a via XX Settembre, dove ha sede il ministero dell’Economia, bisogna lavorare sodo per cercare di reperire le risorse. La foglia di fico della spending review può funzionare fino a un certo punto.