Servono anni di gavetta per governare bene. La deroga ha una sua logica. Parla il deputato M5S Silvestri: “Il Pd romano non si è rinnovato meglio fare intese con le liste civiche”

A favore si è espresso più dell’80% degli iscritti: il voto su Rousseau ha decretato che chi ha ricoperto l’incarico di consigliere comunale o municipale potrà ricandidarsi per un terzo mandato. Con questa votazione si dà di fatto il via libera a Virginia Raggi di correre nuovamente per il Campidoglio, in linea con la volontà espressa dalla stessa prima cittadina della Capitale.

“Condivido assolutamente la scelta ma è sbagliato limitare l’esito del voto solo a Virginia Raggi, sul territorio il Movimento ha ottimi amministratori che possono riproporre la loro candidatura”. Così il deputato pentastellato Francesco Silvestri commenta la modifica che verrà introdotta. “È stato un voto importante grazie al quale si è data la possibilità di fare il terzo mandato a tutti, in quanto già con il mandato ‘zero’ introdotto lo scorso anno si era data questa possibilità ad alcuni, quindi è stata semplicemente uniformata una regola che esisteva e che creava disparità”.

Crimi è stato chiaro: la votazione sulla deroga dei due mandati non riguarda i parlamentari, ma secondo lei in futuro si potrebbe arrivare al superamento del tetto anche per loro?
“Non credo. Per i mandati nei Comuni la deroga ha una sua logica: servono anni di gavetta per saper amministrare con cognizione di causa e anche per arrivare preparati ai gradini successivi come il Parlamento o l’Europarlamento, mentre una volta che hai fatto e il consigliere regionale, il parlamentare o l’eurodeputato per 10 anni io penso che tu ti possa ritenere soddisfatto del lavoro svolto e di quanto hai potuto incidere”.

L’annuncio della Raggi ha lasciato interdetto il Pd che ha escluso ogni ipotesi di sostegno alla ricandidatura della sindaca. Con queste premesse per il centrodestra riprendersi Roma sarà più semplice?
“Il Pd a Roma ancora non si è rinnovato al punto da poter aiutare il Movimento a portare a termine una serie di miglioramenti per la città, è più opportuno rivolgersi ad altre risorse come le liste civiche. Per quanto riguarda il centrodestra, i romani sono ci sono già passati e al netto di quello che sarà il loro candidato, le forze che hanno sempre guidato la malagestione del centrodestra a Roma sono sempre le stesse. I cittadini faranno le loro valutazioni”.

C’è chi sospetta che la benedizione di Grillo e Di Maio alla riconferma della Raggi abbia come obiettivo quello di frenare l’asse M5S-Pd che, a livello nazionale, è tenuto insieme dalla figura di Conte. È un segnale al premier per ricordargli che è arrivato a Palazzo Chigi grazie al Movimento e non al Pd?
“Questa logica sarebbe mortificante per la città di Roma e per i progetti che abbiamo. Quando si sceglie un candidato sindaco si sceglie per la città, non per dare un messaggio a qualcun altro. Io credo che, realisticamente, Beppe Grillo e Luigi Di Maio abbiano riconosciuto a Virginia, anche sul piano umano, il fatto di aver saputo svolgere un lavoro difficilissimo”.