Sette Storie di attualità. Maggioni vola alto con una tv di qualità. E il format di Rai Uno è premiato dagli ascolti

Sette storie, programma condotto da Monica Maggioni su Rai Uno, premiato dagli ascolti con una media di 1.041.107 spettatori e il 9% di share.

Sette Storie di attualità. Maggioni vola alto con una tv di qualità. E il format di Rai Uno è premiato dagli ascolti

Monica Maggioni è giornalista, inviata e volto della Rai di lungo corso. Inizia la sua carriera su Rai Uno a Tv7 poi al Tg1, dove, oltre ad arrivare a condurre l’edizione principale delle 20, è stata anche una delle inviate di punta in siti difficili come Sudafrica, Mozambico, Israele ma soprattutto in Iraq dove, durante la seconda guerra del Golfo, era l’unica giornalista italiana ammessa tra le fila dei soldati americani. Oltre ad altre esperienze all’estero come le elezioni dei presidenti Usa George W. Bush e Barack Obama, la ricordiamo anche conduttrice di Unomattina e di Speciale Tg1. Insomma, un curriculum di tutto rispetto che pochi possono vantare in Rai, in cui è stata anche direttore di Rainews24.

Ciliegina sulla torta, naturalmente, la presidenza della Rai, dal settembre 2015 all’agosto 2018, posizione che ha permesso alla Maggioni di saldare la sua opera di giornalista con il mondo dell’establishment attraverso le sue partecipazioni istituzionali a gruppi come quello di Bilderberg e al board di Euronews. Con le sue cronache esclusive, dettagliate e sempre puntuali ma anche con le sue conduzioni mai sopra le righe, eleganti, educate, dimostrando comunque sempre carattere e temperamento, si è assicurata stima e seguito, sia tra i colleghi che tra il pubblico.

Ne sono ulteriore dimostrazione i libri di successo scritti dalla Maggioni, per lo più incentrati sulle esperienze delle guerre, così come il nuovo impegno televisivo che ha segnato il suo ritorno sul piccolo schermo dopo alcuni anni di assenza. Sette storie (qui su RaiPlay) è partito alla fine di giugno 2020 per raccontare argomenti finiti nel dimenticatoio a causa della pandemia: qui hanno trovato spazio le questioni razziali, il cambiamento climatico, il food Made in Italy e altri versanti come le serie tv. Tutto questo nelle sette puntate della prima edizione, da giugno ad agosto 2020. La seconda edizione, sempre il lunedì in seconda serata su Rai Uno, è iniziata il 5 ottobre 2020 ed è tuttora in onda con un format che nel frattempo è cambiato, strutturandosi in tre parti: conversazione con un ospite noto al grande pubblico, reportage e poi dibattito in studio su temi d’attualità.

Molti sicuramente ricorderanno la prima puntata della nuova edizione in cui la Maggioni passeggiò in compagnia dell’allora Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una Roma notturna deserta per via del lockdown: la bellezza magica del Colosseo e dei Fori Imperiali a far da scenografia a quell’intervista fu sicuramente l’arma in più di quel ritorno di Sette storie che, infatti, sbaragliò la concorrenza della seconda serata. Questo può essere il segreto: scelte azzeccate a livello visivo e narrativo e temi importanti come le crisi di governo, le elezioni Usa, il conflitto in Medio Oriente, le guerre e il pericolo della droga; ma non solo, anche interviste a personaggi come Roberto Vecchioni, Mara Venier, Alessandro Gassmann, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi, il già citato Conte, Di Maio, la Azzolina, la Cartabia e altri.

E gli ascolti, come ci informa OmnicomMediaGroup, sono discreti con ampi margini di miglioramento. Sette storie ha una media di 1.041.107 spettatori e il 9% di share, pressoché stabile rispetto alla prima edizione giugno-agosto 2020, incrementando però del 35% l’audience. Le donne (10,3% di share) prevalgono sui maschi (7,3%) mentre il target più presente – come prevedibile visto il peso editoriale della conduttrice – è quello dei laureati con l’11,8% di share, superiore alla media. A livello territoriale la Maggioni va più forte al Centro-Sud con gli share più alti in Basilicata (17,5%), Umbria (11,4%), Marche (11,3%), Sicilia (11,2%), Lazio (10,8%), Toscana (10,5%), Campania (10,3%) e Puglia (10,1%). A parte la Liguria (11,5%), il Nord è più basso con Lombardia (6,4%), Trentino A.A. (2,6%) e Valle d’Aosta (1%) a chiudere la graduatoria regionale.