Si allarga il fronte contro l’inceneritore di Roma

Cresce la rabbia a Santa Palomba, una delle zone candidate a ospitare l'inceneritore per i rifiuti della Capitale.

La partita contro dell’inceneritore voluto dal sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, si gioca tanto nei palazzi quanto sul territorio. In consiglio comunale, infatti, il Movimento 5 Stelle e la Lista Civica Virginia Raggi hanno rivolto un appello alle forze di maggioranza che “vogliono provare a lottare per un futuro davvero pulito”, chiedendo a Europa Verde e Sinistra Civica Ecologista di lavorare insieme ad alternative concrete.

“Incaponirsi su una soluzione vecchia e inquinante”, spiegano gli appellanti, “lascia il sospetto che gli interessi in gioco siano ben altri. Non si spiegherebbero altrimenti i ‘chissenefrega’ di chi dovrebbe occuparsi di transizione ecologica”.

Cresce la rabbia a Santa Palomba, una delle zone candidate a ospitare l’inceneritore per i rifiuti della Capitale

Nel frattempo a Santa Palomba, che è una delle zone candidate a ospitare l’eco-mostro del Pd, cresce la rabbia e una decina tra associazioni e comitati di quartiere, sostenuti da Spi Cgil Castelli Romani, Italia Nostra e Legambiente, si sono riuniti nella ‘Rete tutela Roma sud’ per dire no al termovalorizzatore che potrebbe essere realizzato in zona all’interno di un terreno privato a ridosso dei comuni di Roma, Pomezia, Albano Laziale e Ardea.

Stanchi delle ingiustizie che quel territorio è stato costretto a subire per anni e reduci dalla recente riapertura della discarica di Albano, a pochi chilometri da lì, avvenuta la scorsa settimana per volontà del sindaco dem, sabato scorso hanno dato avvio a una protesta pacifica, armati di fotografie, mappe, cartelli che descrivono i reperti archeologici presenti nella zona e altri documenti. A loro avviso l’inceneritore non risolverebbe il problema dei rifiuti nella Capitale perché, come spiega il coordinatore Marco Atieri, “il degrado dipende soprattutto dal sistema di raccolta e non solo dal tipo di smaltimento”.

I residenti sono esausti: “da quarant’anni combattiamo con la discarica di Albano, che ora hanno riaperto”, racconta una cittadina, “e adesso ci vogliono mettere anche il termovalorizzatore: così questo territorio muore”. Gualtieri, in tema di rifiuti, potrà anche aver ricevuto poteri straordinari dal governo, ma sull’inceneritore lo scontro non accenna a placarsi.