Si allarga l’inchiesta sulla morte di Willy. Altre persone coinvolte nel delitto. Via vai in Procura di testimoni e possibili indagati. L’appello del sindaco di Colleferro: chi ha visto parli

Più passano i giorni e più si ingarbuglia l’inchiesta sull’omicidio di Willy Monteiro Duarte. Troppi i punti ancora oscuri sul pestaggio, con calci e pugni, avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre in una piazza di Colleferro e per il quale sono già state arrestate quattro persone. Contrariamente a quanto si credeva in un primo momento, l’indagine è tutt’altro che conclusa tanto che gli investigatori hanno fatto sapere che stanno “continuando a indagare a 360 gradi” come si evince anche dal continuo via vai negli uffici della Procura di Velletri di persone sentite in veste di testimoni.

Accertamenti minuziosi e a tutto tondo che fanno presagire nuove iscrizioni di persone coinvolte a vario titolo nel delitto anche se, mentre queste ipotesi si sono diffuse a macchia d’olio, gli inquirenti si sono affrettati a smentire dichiarando che “al momento non ci sono altri indagati”. Eppure, secondo quanto emerge, sono stati individuati due giovani della comitiva di Artena, quella degli arrestati, sui quali si stanno concentrando le attenzioni dei pm. Non solo. Gli stessi inquirenti stanno anche cercando di rompere quel muro di omertà, fatto di silenzi, e di capire se dietro a diverse discrepanze nei racconti dei testimoni, ci sia il tentativo di nascondere dettagli decisivi per risolvere il caso.

POSIZIONI CHE SI AGGRAVANO. Quel che è certo è che in queste ore, soprattutto a seguito delle indagini, si complicano le posizioni dei ragazzi fermati nell’immediatezza dei fatti. Si tratta dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tutti di età compresa tra i 22 e i 26 anni, a cui è stato inizialmente contestato il reato di omicidio preterintenzionale. Un’accusa pesante che, però, potrebbe presto cambiare tanto che i pm stanno valutando se contestare il ben più grave reato di omicidio volontario. Decisiva in tal senso, come fa sapere il gip del Tribunale di Velletri Giuseppe Boccarato, sarà la consulenza medico-legale disposta nei giorni scorsi dal sostituto procuratore Luigi Paoletti. Ma che la riqualificazione del reato sia più che una mera possibilità lo si capisce anche dall’ordinanza d’arresto firmata dal giudice Boccarato che, già nell’immediatezza dei fatti, ha parlato di “volontà di uccidere”.

RICHIESTA DISPERATA. Nel frattempo dalle carte dell’inchiesta spuntano nuovi dettagli sconcertanti. Dopo le surreali difese dei fratelli Bianchi che davanti ai magistrati hanno raccontato di essere stati chiamati da alcuni amici mentre stavano consumando un rapporto vicino al cimitero con tre ragazze, di cui hanno detto di non ricordare i nomi, in queste ore è trapelato l’audio della prima chiamata al 112 da cui traspare l’entità del dramma. “Qui di fronte al Duedipicche c’è un ragazzo che è stato menato. Per favore, potete venire?”, inizia così la telefonata di uno dei ragazzi presenti quella notte mentre Willy era già a terra in condizioni ormai critiche.

A rispondere è un’operatrice: “Senta, in che comune?”. “Colleferro, Colleferro, di fronte al ‘Duedipicche’” risponde il ragazzo in evidente stato di schock. “Via?” lo incalza l’operatrice. “Non la so la via, di fronte alla vecchia (…)” risponde il giovane con la donna che lo ferma: “Aspetti, Duedipicche mi ha detto? Ma cos’è un locale?”. “Sì esatto, è un locale, è un bar. Per favore veloci, è urgente” spiega l’amico di Willy rispondendo alla richiesta dell’operatrice che chiedeva se servisse anche un’ambulanza.