Signorini collezionista di flop in tv. Il direttore di Chi non riesce più a bucare il video. Ascolti deludenti per il tanto decantato programma sulla storia di Canale 5

di Marco Castoro 

Ma che cosa sta accadendo ad Alfonso Signorini? Ha perso il feeling con il pubblico? Il direttore di Chi ed ex Sorrisi e Canzoni da qualche tempo non azzecca più un programma. Nonostante ci metta parecchio del suo per rendere più frizzante Studio 5, la trasmissione sulla storia di Canale 5, a quanto risulta dai dati degli ascolti, ai telespettatori non importa più di tanto. Nessuno si strappa i capelli per vederlo. D’accordo che siamo a luglio, tuttavia l’11,33% di share in prima serata non è che sia un grande risultato per Canale 5 (2.219.000 i telespettatori). E pensare che Raiuno, quando guarda al passato con il programma fatto con le teche, in access prime time porta a casa ogni sera oltre 4 milioni di spettatori e il 20% di share. In pratica un Techetechetiè… dedicato a Signorini e a Canale 5.

Tg5 di Mimun ai minimi storici
Il Tg5 di Clemente Mimun continua a pagare dazio al traino. Il preserale del Biscione ormai da mesi non funziona come dovrebbe e il telegiornale ne risente. Attualmente le repliche del game show The money drop con Gerry Scotti collezionano circa un milione di telespettatori e danno la linea al Tg5 con circa l’8% di share. Il telegiornale riesce a salire fino a una media superiore al 15% di share (con 2,7 milioni di telespettatori) ma la performance non è sufficiente per gareggiare contro il Tg1 di Mario Orfeo che alle 20 porta a casa una media di 4.242.000 telespettatori (24,06% di share). Forte anche di un preserale coi fiocchi: Reazione a catena di Pino Insegno supera la media di 4 milioni e per uno share intorno al 27%.

Vola streamit.it
Crescono e si moltiplicano a vista d’occhio i visitatori singoli della piattaforma di streamit, la televisione streaming che contiene anche il canale Roxy Bar di Red Ronnie. In un anno i visitatori unici mensili sono passati da 4 milioni e 800 mila a 12 milioni e 800 mila. Con un +126,9% di variazione annuale.

Todini-Verro, botta e risposta
«Su 13 mila dipendenti, due terzi sarebbero più che sufficienti per fare egregiamente quello che la Rai fa attualmente». Lo ha detto il consigliere Rai, Luisa Todini, in audizione in Commissione di Vigilanza. Una tesi non sposata dall’altro consigliere del centrodestra, Antonio Verro: «Non è appropriato dire che sono troppi i dipendenti Rai. Del resto Mediaset, il principale gruppo concorrente, non ha venti sedi regionali. La Rai fa servizio pubblico». Insomma a Viale Mazzini la pensano diversamente pure i consiglieri che appartengono alla stessa area.

Zitto zitto Di Trapani porta a casa sempre qualcosa
Da quando il segretario dell’Usigrai è diventato Vittorio Di Trapani, il sindacato di Viale Mazzini continua a portare a casa tutta una serie di piccole conquiste. Una dietro l’altra. Merito senza dubbio della leadership, ma frutto anche della collaborazione con il direttore generale Luigi Gubitosi e il presidente Anna Maria Tarantola (che non perde occasione per ringraziare la collaborazione dell’Usigrai). Per Di Trapani dopo aver avuto l’ok per le decine di nuovi ingressi dei giovani giornalisti provenienti dalla scuola di Perugia, ecco un altro successo per Di Trapani, anche se indiretto. Il portale Rai sull’informazione è stato assegnato alla supervisione di Rainews di Monica Maggioni, e non ai direttori di Tg1, Tg2 e Tg3. E chi si occupa di internet a Rainews? Di Trapani, ovviamente. Bravo.