Soltanto promesse e zero fatti. Meloni nel mirino di artigiani e Pmi

La premier Meloni difende gli autonomi e nega l'evasione. E la Cna chiede di più su salari, credito e Superbonus.

Soltanto promesse e zero fatti. Meloni nel mirino di artigiani e Pmi

Promesse tante, fatti pochi. Il governo e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non mancano mai di supportare, a parole, il mondo dell’artigianato e delle piccole e medie imprese. E lo hanno fatto anche in occasione dell’assemblea nazionale della Cna, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa. Con la partecipazione del vicepresidente dei Consiglio, Matteo Salvini, del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e in videocollegamento di Giorgia Meloni.

La premier Meloni difende gli autonomi e nega l’evasione. E la Cna chiede di più su salari, credito e Superbonus

La presidente del Consiglio chiarisce da subito, nel suo intervento, che “senza l’artigianato e le piccole e medie imprese semplicemente non esisterebbe il Made in Italy, e l’Italia non potrebbe contare sul patrimonio di conoscenze, qualità e innovazione che ci permette di essere conosciuti sui mercati internazionali”. Un messaggio dietro l’altro per sostenere il settore di artigiani e imprenditori che ogni giorno mettono “in quello che fanno un’attenzione, una cura e una dedizione di cui vi siamo grati”. Per Meloni “gli artigiani e le Pmi sono l’ossatura della nostra nazione”, la “spina dorsale” che consente “all’Italia di essere prospera”. Tante belle parole, a cui però seguono pochi fatti. E non possono bastare le promesse di Urso che annuncia la prima legge annuale sugli incentivi per le Pmi che verrà realizzata dal governo nel 2024.

Meloni ci prova in tutti i modi a mettere dalla sua parte la platea. Lo fa, di certo, quando si lancia in una difesa della categoria dei lavoratori autonomi in tema di evasione. Per la presidente del Consiglio esiste una “insopportabile equazione che sostiene che l’artigiano, l’imprenditore e la partita Iva sia un evasore dalla nascita, questa è una menzogna che per troppi anni ha prodotto un atteggiamento persecutorio e infondato”. Un’equazione rigettata dal governo che vuole “dimostrare quanto questo pregiudizio sia sbagliato”. Gli evasori sono altrove, insomma, e questo non vuol dire “abbassare la guardia sulla lotta all’evasione, anzi perché più lo Stato è comprensivo e attento più dovrà essere efficace nella sua azione quando qualcuno dovesse pensare di fregarlo”. E tutto questo si trasforma, per la presidente del Consiglio, nel combattere “l’evasione fiscale, ma ovviamente quella vera, non quella presunta”.

Per la Cgil nell’evasione fiscale c’è “ben poco di percepito e molto di reale”

Messaggio, quello di Meloni, che suscita anche polemiche, come nel caso della Cgil che con il suo segretario confederale, Christian Ferrari, sottolinea come nell’evasione fiscale ci sia “ben poco di percepito e molto di reale, come testimoniano i dati certificati non dai sindacati, ma dal Mef, che nella ‘Relazione sull’economia non osservata 2023’ evidenzia una propensione all’evasione dell’Irpef che, nel lavoro autonomo, sfiora il 70%”. Il governo tenta, quindi, di farsi vedere vicino agli artigiani e alle Pmi. Nei fatti, però, fa poco. E lo dimostra anche la reazione, fredda, della Cna con il suo presidente Dario Costantini.

Costantini non nasconde i timori sulla stretta del credito in un Paese in cui “negli ultimi 12 anni il credito bancario è diminuito del 43%”. Per le imprese è necessario parlare di salari e di aumento della produttività, in un Paese in cui fare impresa diventi più facile, senza una “burocrazia così asfissiante” e con infrastrutture “dignitose”. Insomma, un Paese “che abbia attenzione e rispetto per le Pmi come le Pmi italiane meritano”. Costantini chiede al governo di “guardare alle prospettive e non ai conti pubblici”, puntando sugli investimenti e giocando “in attacco”. E poi c’è il capitolo Superbonus, con il presidente che chiede al governo di chiudere la guerra al bonus edilizio e di permettere “alle famiglie e alle imprese che devono terminare i lavori di chiudere questi interventi”. Una serie di critiche che raccontano come la narrazione del governo sia distante, al di là della retorica, dalle esigenze reali di artigiani e Pmi.

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