Tagli agli aiuti umanitari in Somalia. Save the Children lancia l’allarme: “55mila bambini resteranno senza cibo e medicinali”

La Somalia taglia i fondi per gli aiuti umanitari. Save the Children lancia l'allarme: “55mila bambini resteranno senza cibo e medicinali”

Tagli agli aiuti umanitari in Somalia. Save the Children lancia l’allarme: “55mila bambini resteranno senza cibo e medicinali”

Oltre 55mila bambini in Somalia rischiano di perdere l’accesso ai servizi nutrizionali salvavita entro giugno. È l’allarme lanciato da Save the Children, costretta a chiudere 121 centri di assistenza nel Paese a causa dei tagli agli aiuti umanitari previsti per il 2025. La decisione colpirà duramente un Paese già stremato da anni di conflitti, sfollamenti e siccità, dove nel solo 2024 si stima che 1,8 milioni di bambini affronteranno una condizione di malnutrizione acuta, di cui quasi mezzo milione in forma grave.

In Somalia, Save the Children è la principale organizzazione attiva nei settori sanitario e nutrizionale, con un intervento che ogni anno raggiunge circa 260mila minori. Ma i tagli in arrivo costringeranno l’Organizzazione a interrompere il funzionamento di oltre un quarto delle sue strutture. Tra le aree più colpite figura Baidoa, nel sud del Paese, dove vivono circa 800mila sfollati interni. Qui, l’Organizzazione sarà costretta a chiudere tutte le proprie strutture nutrizionali.

«Se non potessimo ricevere medicinali e supporto nutrizionale qui, non avremmo altra scelta che assistere inermi alla morte dei nostri figli», racconta Fatima, 25 anni, madre sfollata con il figlio di un anno gravemente malnutrito, salvato da un centro supportato da Save the Children. Ma l’assistenza si sta riducendo proprio nel momento più critico dell’anno: la stagione secca, durante la quale la fame e la malnutrizione tendono ad aumentare.

Tagli agli aiuti umanitari in Somalia. Save the Children lancia l’allarme: “55mila bambini resteranno senza cibo e medicinali”

Nei centri ancora attivi, come quello di Baidoa dove opera il dottor Mustafa Mohammed, ai piccoli pazienti vengono somministrati latte arricchito, flebo e alimenti ad alto contenuto proteico. Il tasso di recupero supera il 95%, ma la domanda è in crescita e i posti disponibili diminuiscono. «Se il nostro centro chiude, non c’è nessun altro posto dove questi bambini possano essere curati», denuncia il medico.

Il direttore di Save the Children in Somalia, Mohamud Mohamed Hassan, sottolinea che non finanziare questi servizi «è una scelta politica» che può avere conseguenze mortali. «Le comunità somale conoscono bene cosa significhi la fame estrema. Non possiamo permetterci di voltare lo sguardo. Servono fondi ora, prima che sia troppo tardi».

Dal 1951 Save the Children opera in Somalia e Somaliland. Solo nel 2023 ha raggiunto 3,2 milioni di persone, tra cui 1,9 milioni di bambini. Ora, il rischio è che i risultati ottenuti vadano perduti, e che migliaia di vite restino senza protezione.