Sotto accusa il guardrail dopo la tragedia di Mestre: la procura indaga, identificate le 21 vittime

Dopo la tragedia di Mestre, con un pullman precipitato da un cavalcavia, finisce sotto accusa il guardrail, ritenuto vecchio e fragile.

Sotto accusa il guardrail dopo la tragedia di Mestre: la procura indaga, identificate le 21 vittime

Il guardrail del cavalcavia da cui è precipitato il pullman a Mestre finisce sotto accusa. La procura di Venezia sta cercando di stabilire le cause dell’incidente e al momento sembrano due le ipotesi più probabili. 

La prima è quella di una manovra azzardata (affiancandosi a un altro bus) e un guardrail vecchio e forse fatiscente. La seconda considera, oltre a questi elementi, anche un possibile malore dell’autista. Per il momento non ci sono indagati, ma come ha spiegato il procuratore, Bruno Cherchi, sono stati posti sotto sequestro il guardrail, la zona di caduta del pullman e lo stesso mezzo. 

Pullman precipitato a Mestre, le indagini della procura di Venezia

L’ipotesi di reato è quella di omicidio stradale plurimo. La procura conferma che non c’è stato alcun contatto con altri mezzi. Le 21 vittime sono state identificate, nonostante le difficoltà dovute anche alla mancanza di documenti. Tra di loro ci sono un bimbo di un anno e mezzo e una ragazzina di 11 anni. I passeggeri e le vittime erano soprattutto turisti stranieri. La scatola nera del mezzo è stata acquisita e verrà esaminata “solo quando si saprà che non è un’operazione irripetibile”. 

Il procuratore di Venezia: “Servirà una perizia”

“Non abbiamo alcun elemento per trarre conclusioni sul guardrail, per questo ci serve una perizia” ha detto il Procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, riferendosi al varco di servizio – circa un metro e mezzo – presente lungo il guardrail sfondato dal pullman precipitato a Mestre. Per il magistrato non risulta che qualcuno abbia definito “marcia quella barriera”. “Sul guardrail – ha aggiunto – faremo tutte le attività del caso, iniziando da una consulenza tecnica, appena avremo trovato il soggetto idoneo per farla. Servono conoscenze tecniche, non giuridiche. Per ora non abbiamo acquisito documenti sulla rampa dal Comune”.

La polemica sul buco nel guardrail 

Nella polemica sulle condizioni del guardrail interviene anche il comune di Venezia, con l’assessore ai Trasporti, Renato Boraso: “Il bus non è caduto perché c’era un buco di un metro e mezzo. Quel buco è un varco di sicurezza, di servizio, previsto dal progetto originario del manufatto”. Secondo l’assessore il bus è caduto “50 metri dopo il varco, dopo aver strisciato sul guardrail, senza segno di frenata o contro sterzata”. Diverso il discorso per le condizioni del guardrail, certamente vecchio: probabilmente la struttura risale agli anni Cinquanta. Questa ipotesi smentisce quanto sostenuto ieri dal ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, secondo cui il guardrail non c’entra nulla.