“Speculazione edilizia favorita dagli oneri mai incassati da Milano”. Parla Vizza, segretario Uil Lombardia: “Con Sala la città è divenuta escludente”

per il segretario Vizza non si è fatto nulla per calmierare i costi delle case. "Perché fare un Piano casa tra 10 anni quando si possono mettere a posto le case Erp esistenti?"

“Speculazione edilizia favorita dagli oneri mai incassati da Milano”. Parla Vizza, segretario Uil Lombardia: “Con Sala la città è divenuta escludente”

Una pesante bocciatura per Milano, “passata dalla città inclusiva degli anni ’70 alla città esclusiva di oggi…”. È quella che esce dalle parole di Enrico Vizza, segretario generale della Lombardia della Uil, che dice la sua su inchieste urbanistiche, Piani casa e la giunta di Beppe Sala.

Vizza, iniziamo dalla stretta attualità: cosa pensa della (non) delibera adottata dalla giunta Sala su San Siro, giudizio secco?
Non abbiamo letto il testo. Ma posso dire certamente che ancora una volta è mancato un confronto con cittadini e corpi intermedi per discutere di quali benefici ci saranno per il territorio. Si parla di metri cubi, di grandi trasformazioni, di soldi e di sconti, ma non abbiamo compreso cosa questo comporterà dal punto di vista sociale.

Come Uil siete un interlocutore del Comune soprattutto per quanto riguarda il Piano Casa: che però pone più di un interrogativo. I 10mila alloggi in Edilizia Residenziale Sociale Calmierata (ERSC) promessi in 10 anni sono sufficienti? Si poteva fare di più?
Da oltre due anni portiamo avanti una battaglia per un Piano casa per i lavoratori, con le proposte che ci hanno riportato le categorie e i lavoratori della pubblica amministrazione, dei trasporti e della scuola, i quali ci ricordano che i concorsi pubblici vanno deserti perché abitare a Milano costa troppo e chi è già qui è in situazioni drammatiche dal punto di vista degli affitti. Del Piano casa del Comune conosciamo solo gli annunci dai giornali. Il Comune non ci ha mai reso partecipi. Chi sono i gruppi o gli operatori che hanno partecipato ai due bandi? Di Piano casa parlano anche la premier Meloni e il ministro Valditara, ma nei Comuni è mancata quella che si chiama pianificazione. Siamo stanchi degli spot elettorali, degli annunci e dei convegni. Ricordo le migliaia di immobili di Edilizia residenziale pubblica sfitti perché inutilizzabili e carenti di manutenzione. In attesa delle costruzioni di nuove case che arriveranno tra 10 anni, perché non mettiamo subito in funzione questi immobili e non li assegniamo ai lavoratori che ne hanno diritto?

In questi anni avete partecipato a numerosi tavoli col Comune sull’emergenza abitativa… In cosa si sono trasformati?
Dieci anni fa per primi parlavamo di rigenerazione urbana e riqualificazione dei quartieri al servizio della cittadinanza. Non siamo contro le trasformazioni immobiliari, ma contro quelle che non tengono conto del principio di sostenibilità, del rispetto ambientale e di quello sociale. A Milano è mancata la pianificazione e così si è rotto quel patto sociale che per anni ha garantito un equilibrio. Apprendiamo dai giornali che per anni non sono stati introitati gli oneri di urbanizzazione per le tante operazioni immobiliari, e che quegli oneri sono stati aggiornati solo dopo le indagini della procura. Probabilmente tutti questi soldi non introitati hanno contribuito a drogare il mercato e favorito la speculazione. Senza contare che con una parte di quegli oneri si sarebbero potuti  sanare e sistemare gli immobili Ers da mettere a disposizione dei lavoratori. È qui sta la grande responsabilità politica dell’amministrazione di Milano. Non si faccia finta di niente.

L’inchiesta sull’urbanistica dimostra, secondo la procura, una pericolosa compenetrazione tra istituzioni, tecnici e costruttori (un “sistema” dicono i pm). Lei come la vede?
Noi non entriamo nel merito, perché non facciamo politica. Come Uil saremo sempre garantisti, in tutti i gradi di giudizio. Ma, se sono state aperte delle inchieste è perché ci sono state delle violazioni di norme, oppure non si sono rispettati criteri previsti dal PGT… Ci sono fior di sentenze della Cassazione – la più recente di luglio del 2025 – che confermano tutto l’impianto che la procura ha portato avanti. Noi siamo preoccupati perché si è interrotto l’iter di confronto che c’era sulla revisione del PGT e ci riferiamo a tutta l’area metropolitana.

Che giudizio dà della consigliatura Sala?
Siamo stati critici in diverse occasioni, siamo un’organizzazione sindacale e non facciamo politica di partito, ma politica per i lavoratori. Crediamo che in questo secondo mandato del sindaco ci si sia preoccupati meno dell’aspetto sociale, dei problemi reali della città, senza un vero coinvolgimento anche nostro e che si sia concentrata l’attenzione su altro. Sala prima di pensare ad essere federatore di partiti, doveva avere il coraggio di creare un tavolo con tutti i sindaci dei comuni capoluogo di provincia in Lombardia dove discutere di salari, abitare, mobilità e trasporti. Abbiamo consegnato al sindaco due anni fa un documento con proposte dal punto di vista salariale, per la tenuta della città, per la casa e per i concorsi che andavano deserti. E ne è uscito parecchio silenzio. Hanno amplificato un modello Milano che probabilmente ha lasciato più di qualcuno indietro, creando forti disuguaglianze. Si è passati dalla città inclusiva degli anni ’70 alla città escludente di oggi…