Storie italiane al 100%. La Daniele dà la sveglia a Rai Uno. Ascolti garantiti tra gossip e attualità

Ascolti garantiti tra gossip e attualità per "Storie italiane", il fortunato programma di Rai Uno saldamente da Eleonora Daniele.

Storie italiane al 100%. La Daniele dà la sveglia a Rai Uno. Ascolti garantiti tra gossip e attualità

Storie italiane, già noto come Unomattina–Storie vere, è un programma di Rai Uno nato nel 2011 come costola di Unomattina e da settembre 2013 condotto saldamente da Eleonora Daniele. Nelle prime due edizioni, sotto il nome Unomattina–Storie vere guidato dalla coppia Georgia Luzi e Savino Zaba, era una specie di prolungamento di Unomattina, con una struttura che dipendeva dal contenitore mattutino di Rai Uno. Col tempo lo spazio si è consolidato e la Rai giustamente ha deciso di dargli autonomia produttiva e contenutistica, tanto da passare nel 2014 a chiamarsi solo Storie vere per poi diventare nel settembre 2017 Storie italiane.

In termini di ascolti è uno dei format di maggior successo della mattina, nelle ultime settimane stabilmente sul milione di spettatori e tra il 19 e il 20% di share con punte fino al 23%, tenendo testa ai solidi competitor di Canale 5 Mattino Cinque e Forum. Dall’inizio della stagione 2020/2021, secondo i dati di OmnicomMediaGroup, ha tenuto una media di circa 978.000 spettatori con il 15,5% di share. Qual è il mix che fa funzionare Storie italiane? Iniziato come un concentrato di pura cronaca infarcito da un po’ di gossip, negli anni si è progressivamente evoluto, riuscendo ad affrontare argomenti molto importanti e portandoli al pubblico mainstream della mattina.

Per esempio, Eleonora Daniele non ha lesinato interventi impegnati e per nulla scontati in questa fascia oraria sul tema mafia e criminalità organizzata. Ricordiamo la puntata dell’ottobre 2019 dedicata al Capitano Ultimo e alla decisione da parte dello Stato di revocargli la scorta, con ospiti come il magistrato Alfonso Sabella, i giornalisti Paolo Borrometi e Riccardo Bocca, Rita Dalla Chiesa e altri esponenti di spicco dell’Antimafia italiana; ma non solo, nel 2015 ci fu l’intervista al giudice Nino di Matteo minacciato dalla mafia mentre a inizio 2021 Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, raccontò anch’egli di aver ricevuto minacce mafiose.

Ovvio che il piatto forte rimanga la cronaca, quindi casi ripresi da Chi l’ha visto? come Denise Pipitone, Barbara Corvi, Saman Abbas ma anche, per forza di cose, fatti legati alla pandemia. Il tutto con i commenti acuti e puntuali di opinionisti divenuti ormai storici come Alessandro Cecchi Paone, Roberto Alessi, Vladimir Luxuria, Alba Parietti, Enrica Bonaccorti, Roberta Bruzzone e altri. Il talk, così com’è, potrebbe tranquillamente andare in onda anche nella prima serata di una rete Rai, il che sarebbe pure un doveroso riconoscimento per una professionista come la Daniele.

La sua evoluzione professionale dimostra che anche nei reality si possono pescare veri e propri talenti della tv: lei nasce infatti come concorrente del Grande Fratello poi, dopo apparizioni in serie tv come Un posto al sole, Carabinieri e La squadra, ha fatto il grande salto nella conduzione con Unomattina, Linea Verde, Estate in diretta, Il sabato italiano e, appunto dal 2013, Storie vere poi Storie italiane.

Il suo programma regge bene perché dimostra che si può parlare al pubblico magari distratto delle casalinghe, degli anziani e degli studenti che sono rimasti a casa per il lockdown portando anche argomenti alti ma mantenendo un linguaggio comprensibile a tutti. Sicuramente la lunga fase di chiusure ha arricchito il pubblico di “Storie italiane”, facendogli raggiungere target altrimenti difficilmente avvicinabili. Sempre secondo OmnicomMediaGroup, infatti, vediamo che lo share dei laureati si issa all’11% mentre la fascia d’età 25-34 anni tiene comunque bene col 6%. Le donne (18,3%) battono gli uomini (10,3%) e, a livello territoriale, c’è una lieve predominanza del Centro-Sud, con gli share più alti in Molise (28,9%), Basilicata (20,3%) e Sardegna (19,8%). In Abruzzo (10,1%), Valle d’Aosta (8,7%) e Trentino A.A. (5,3%) i gradimenti più bassi.