dalla Redazione
Svolta nella tragedia di Motta Visconti. Dopo una notte passata sotto interrogatorio, Carlo Lissi ha confessato. Messo davanti a una serie di indizi probatori, l’uomo è crollato: “Sono stato io, voglio il massimo della pena” ha detto con la testa tra le mani.
Ai carabinieri ha raccontato di aver ucciso la moglie Cristina Omes, 38 anni, e i suoi due figli di 5 anni e 20 mesi, poi ha simulato una rapina. Prima di recarsi dagli amici per vedere la partita dell’Italia, ha gettato l’arma del delitto, un coltello da cucina, in un tombino.
“Ha confessato -conferma il sindaco Primo De Giuli – orario, modalità, tutto”.
Le indagini continuano per inquadrare meglio i rapporti familiari tra i due. Gli inquirenti avrebbero tratto dalle parole dell’uomo sotto interrogatorio, la sensazione di “una enorme stanchezza” rispetto alla vita familiare. Carlo Lissi avrebbe sterminato la famiglia a causa di una passione per una collega di lavoro. Una passione non corrisposta, a quanto risulta agli investigatori, e di cui la moglie non era a conoscenza. La collega lo ha confermato agli investigatori, affermando che Lissi le si era dichiarato.
A denunciare il triplice omicidio ai carabinieri era stato proprio Lissi. Aveva raccontato che sabato notte, dopo aver visto la partita dell’Italia fuori casa, era tornato dalla sua famiglia, a Motta Visconti (Milano), e aveva trovato una scena agghiacciante.