Sul Mes è ancora caos in maggioranza, Salvini se la prende con i tecnici

Sul Mes regna la confusione in maggioranza, Salvini bolla la nota del Mef come "opinione tecnica" e si punta a un rinvio del voto.

Sul Mes è ancora caos in maggioranza, Salvini se la prende con i tecnici

Sul Mes in maggioranza la confusione regna sovrana. Dopo il parere del capo di gabinetto del ministero dell’Economia, secondo il quale non c’è alcun rischio nell’accettare e ratificare la riforma, il governo rischia di spaccarsi. Il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini, dice che a decidere sarà solo il Parlamento e bolla la nota del Mef come puramente “tecnica”.

“Sul Mes decide il Parlamento. Se arriverà la discussione in Parlamento, lì si voterà”, afferma il leader della Lega. Secondo il quale “quella del ministero dell’Economia è un’opinione tecnica”. Dopo il parere del Mef anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, cerca rassicurazioni, incontrando il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. 

Il centrodestra diviso sul Mes?

La nota del Mef rischia di mettere in crisi la maggioranza. Salvini spiega che la decisione sarà solo politica e che tutto il centrodestra “ha sempre ritenuto che il Mes non è strumento utile per il Paese”. Anche se la posizione di Forza Italia sembra ben più sfumata. Mentre Meloni sa che l’Ue pressa per la ratifica, essendo l’Italia l’unico Paese che deve ancora approvarla. 

Salvini spiega di aver parlato con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, del parere tecnico del suo dicastero sul Mes. “Siamo in perfetta sintonia, Giorgetti è un politico e se arriverà in Parlamento lo voteremo in modo politico. In questo momento preferisco che il debito pubblico italiano sia in mano agli italiani e i Btp sono la via del futuro”. 

La ratifica in Parlamento: ipotesi rinvio del voto

Oggi c’è stata una nuova riunione della commissione Esteri della Camera proprio sul Mes. La minoranza ha approvato il testo del Pd che andrà poi in Aula. La maggioranza non si è presentata, a favore hanno votato Pd e Terzo Polo. Poi si passerà all’Aula il 30 giugno. Allora si chiederà un’audizione del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sperando anche di rinviare il voto a dopo l’estate. La maggioranza, insomma, cerca in ogni modo di prendere tempo. Ma aspettare ancora qualche mese rischia di avere effetti controproducenti in Ue, dove Meloni punta a concedere la ratifica del Mes solo in cambio di qualcosa, magari sul Patto di stabilità. Partita delicata, che passerà anche per il Parlamento italiano, dove si punta a un rinvio della discussione.