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Redazione

Svolta green pure per la cultura. La scrittrice Maraini: “Facciamo di più per l’Ambiente: il peggior nemico delle bonifiche? La burocrazia”

Pubblicato il 18 Settembre 201917 Settembre 2019 - Aggiornato il 18 Settembre 2019 alle 10:09 di Redazione on-line

“Le industrie devono tener conto delle conseguenze delle loro produzioni a Taranto come a Bussi“. Così la scrittrice Dacia Maraini rivela di sé l’attenzione per l’ambiente e l’ecologia che la scrittrice toscana aveva già fatto intuire in passato dai suoi soggiorni in alta quota. Ora l’annuncio di voler dedicare uno dei suoi prossimi scritti alle emergenze ambientali legate alle produzioni industriali ed allo smaltimento illecito di rifiuti tossici e speciali.

L’Italia è sotto procedura d’infrazione in Europea per le discariche illegali. Si preme per le bonifiche, ma di fatto non crede che si perde tempo per avviarle?
“Spero che il nuovo Governo abbia più sensibilità dei precedenti sul tema ambientale”, commenta la scrittrice dagli occhi azzurri. La drammatica situazione del territorio italiano è di fatto emergenza ambientale in Sicilia, nella terra dei fuochi e a Taranto (Puglia) dove all’Ilva si aggiunge il problema della discarica di Grottaglie. Non a caso venerdì il Consigli di Stato ne ha fermato l’ampliamento disponendone la chiusura. E che dire ancora dei rifiuti capitolini e degli incendi nelle fabbriche trasformate in discariche nel Nord Italia. Nei report della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e gli illeciti ambientali non si trascurano le discariche dei veleni dei vecchi siti Montedison come Bussi, in provincia di Pescara, da dove la scrittrice toscana lancia il suo appello di coesione alle comunità che protestano per i ritardi nelle bonifiche”.

In che direzione è andato e, soprattutto, andrà il suo impegno sociale per l‘ambiente?
“Io cerco di informare, faccio insomma quello che posso. Anche perché non ho dei poteri istituzionali. Però posso cercare di sensibilizzare non solo l’opinione pubblica, ma anche chi sta in alto, insomma chi decide”.

I politici, in pratica?
“Esattamente. Sono per primi loro che devono in qualche modo darsi una smossa, interessandosi alla bonifica e avviandola. Perché poi i soldi molto spesso ci sono. E il caso dei 50 milioni di euro che lo Stato ha stanziato per avviare la bonifica del Sito d’interesse nazionale (Sin, ndr) Bussi, è una dimostrazione concreta”.

A proposito di Bussi, lei ha potuto visitare il sito abruzzese. Che idea si è fatta?
“Ho visto un’enorme spianata coperta da un telo verde, ma sotto? Questi se ne sono andati e hanno lasciato le macerie”.

Perché ci sono questi infiniti ritardi nell’avvio della bonifica secondo lei?
“Qui siamo di fronte alla burocrazia. La burocrazia è il nostro peggiore nemico. Bisogna cercare di vincere le forze che frenano il cambiamento. E la burocrazia è il primo tra questi”.

Come si può riuscire in un compito che è tutt’altro che facile?
“Tocca a tutti darsi da fare per risolvere queste gravi questioni, non soltanto a me. Io posso essere d’aiuto, certo: posso dare una spinta. Però poi tutti insieme dobbiamo partecipare. Scriverò di questo problema perché uno scritto, a volte, conta di più di quanto fanno politica e istituzioni insieme”.

di Redazione on-line

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