Svolta nelle indagini per l’omicidio del calciatore Donato Bergamini. Dopo 24 anni si decide di indagare la fidanzata. Il caso venne riaperto nel giugno 2011 e dopo 8 mesi il colpo di scena: “Non fu suicidio”

di Nicoletta Appignani

Un avviso di garanzia dopo 24 anni dalla morte di Donato “Denis” Bergamini. Dopo due anni di nuovi interrogatori e rilievi, nel mirino degli investigatori è finita l’ex fidanzata del calciatore del Cosenza, Isabella Internò. Una conseguenza ovvia, considerato che la donna aveva testimoniato di aver visto Bergamini buttarsi sotto un camion ed era stata riascolata nel dicembre del 2011. Ma a smentirla erano state le nuove indagini, che nel febbraio 2012 avevano accertato che il ragazzo era già morto nel momento in cui il tir lo aveva investito.

Il caso
Per oltre vent’anni l’unica possibile verità era sembrata proprio quella raccontata da Isabella Internò e dal camionista che investì Bergamini. Secondo i due, l’atleta il 18 novembre 1989, scattando da una piazzola di sosta, si era “gettato a pesce” – avevano dichiarato entrambi a verbale – nel momento esatto in cui il Fiat-Iveco 180 sopraggiungeva sulla Statale 106 nei pressi di Roseto Capo Spulico, per poi finire trascinato per oltre 60 metri. Il motivo sarebbe stato da attribuire a un rifiuto amoroso: infatti, secondo quanto riportato dall’ex fidanzata, il calciatore le aveva chiesto di abbandonare con lui l’Italia, stanco di quel mondo. La Internò aveva però raccontato di essersi rifiutata e che di fronte a questo Bergamini, in preda alla disperazione, si era gettato sotto un camion. Ma a questa versione la famiglia e gli amici non avevano mai creduto. Troppi i dubbi, anche sul comportamento della Internò, che prima di chiamare i soccorsi fece altre due telefonate, una all’allenatore Gigi Simoni, e l’altra al direttore sportivo Roberto Ranzani.

La svolta
Così, il padre del calciatore era riuscito finalmente a far riaprire le indagini il 29 giugno 2011. A occuparsene la Procura di Castrovillari, con l’ipotesi di reato per omicidio volontario contro ignoti.
La prima svolta nell’inchiesta è arrivata nel febbraio 2012, quando i Ris di Messina, a conclusione delle perizie, hanno dichiarato che il corpo investito dal veicolo in realtà era già un cadavere. Ulteriori dubbi, poi, erano relativi allo stato del corpo di Bergamini al momento del ritrovamento: scarpe, catenina e orologio erano perfettamente intatti. Un particolare che non poteva coincidere con quanto testimoniato dalla Internò e dal conducente del mezzo. Ora la svolta. Secondo gli inquirenti, il movente sarebbe comunque da attribuire a una pista passionale. La fidanzata del calciatore adesso è indagata per concorso in omicidio. Potrebbe aver coperto qualcuno, forse per paura. La parola fine deve ancora essere scritta, ma finalmente dopo 24 anni la verità ormai sembra vicina.