Taglio dell’Iva sui generi alimentari nel nuovo dl Aiuti: quali sono i prodotti che costeranno meno

Taglio dell’Iva sui generi alimentari nel nuovo dl Aiuti: in Cdm si valuta la riduzione dei costi alcuni prodotti.

Taglio dell’Iva sui generi alimentari nel nuovo dl Aiuti: quali sono i prodotti che costeranno meno

Taglio dell’Iva sui generi alimentari nel nuovo dl Aiuti: il Governo sta valutando di procedere all’azzeramento dell’Iva su prodotti di prima necessità per consentire alle famiglie italiane di beneficiare di significativi risparmi sulla spesa.

Taglio dell’Iva sui generi alimentari nel nuovo dl Aiuti: l’ipotesi in Cdm

Nella mattinata di martedì 26 luglio, alle ore 11:00, il ministro dell’Economia Daniele Franco ha presentato in Consiglio dei ministri l’assestamento di bilancio necessario per procedere al finanziamento del decreto Aiuti bis. Si tratta di un provvedimento che stanzia 12-13 miliardi di euro per garantire che gli sconti sulle bollette contro il caro energia e i crediti di imposta alle imprese vengano estesi fino a fine anno. Il taglio di 30 centesimi sulle accise contro il caro carburante, invece, verrebbe prorogato per altri 30 o 45 giorni, arrivando circa a metà ottobre. Al centro della discussione, poi, resta anche il bonus da 200 euro che 31 milioni di italiani con reddito annuo lordo inferiore ai 35 mila euro attendono da settimane con trepidazione.

In questo contesto, si inserisce anche l’ipotesi del taglio dell’Iva. Come sottolineato dal sottosegretario leghista al Ministero dell’Economia, Federico Freni, “con un miliardo si potrebbe azzerare l’Iva al 5% e dimezzare quella del 10% su alcuni prodotti mirati per 3-4 mesi”. “Penso a pane, latte, verdura, frutta, carne. Abbiamo una settimana per trovare la quadra politica e con le parti sociali possiamo farcela”, ha sottolineato il sottosegretario leghista.

Quali sono i prodotti che costeranno meno: la reazione dei sindacati

I sindacati, però, non sono del tutto convinti dalla misura che prevede il taglio dell’Iva. Sigle sindacali come Cgil e Uil, soprattutto, seguiti con meno trasporto dalla Cisl, infatti, hanno espresso perplessità.

Il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone, ad esempio, ha dichiarato: “L’aumento vertiginoso dei prezzi sta colpendo duramente lavoratori e pensionati minacciando il potere d’acquisto delle retribuzioni. Una situazione allarmante che rischia di aggravarsi nei prossimi mesi mettendo in pericolo i consumi e la ripresa. In tal senso, è fondamentale implementare le misure adottate finora per contrastare l’impatto dell’inflazione ed evitare ripercussioni drammatiche per la tenuta sociale del Paese. È prioritario, dunque, intervenire azzerando l’Iva sui beni di prima necessità come pane, pasta, latte, frutta e verdura. Si tratta di provvedimenti urgenti che non possono aspettare settembre considerata l’instabilità dell’attuale quadro economico. Chiediamo pertanto al Governo di ascoltare le proposte di tutte le parti sociali e convocare quanto prima un tavolo allargato per affrontare l’emergenza legata al caro prezzi”.

Confcommercio e Confesercenti hanno espresso commenti favorevoli al taglio dell’Iva che potrebbe rilanciare i consumi riportando, però, costi esorbitanti pari a circa 4 miliardi qualora dovesse essere azzerata per pane, farina, pasta, patate, olio d’oliva oppure essere abbassata dal 10% al 5% su pesce fresco, gelati, carne bovina, di vitello e di pollo, cioccolata, salumi e uova.

Taglio dell’Iva sui generi alimentari o bonus da 200 euro?

L’ipotesi del taglio dell’Iva sui generi alimentari è stata esaminata anche dal presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimo Dona. “Tra il rinnovo del bonus di 200 euro e un taglio dell’Iva sui beni necessari a parità di stanziamento è più utile il bonus pur andando entrambe le misure nella giusta direzione”, ha spiegato Dona. “Il bonus può essere destinato al ceto meno abbiente, con un reddito annuo inferiore ai 35 mila euro lordi, mentre il taglio dell’Iva riguarderebbe tutti, anche chi può fare a meno di questo aiuto, disperdendo così risorse preziose e scarse – e ha aggiunto –. Un taglio limitato ai beni necessari con Iva al 4% rischia di produrre un effetto nullo sulle tasche dei consumatori. È molto probabile che i commercianti, anche loro in grande difficoltà per via degli aumenti dei costi di esercizio e del caro bollette, non ritocchino in basso i loro listini a fronte di una riduzione dell’Iva così bassa e di prezzi che stanno invece esplodendo, non traslando sui loro clienti i possibili benefici del provvedimento del Governo. Il taglio dell’Iva andrebbe solo a loro vantaggio”.