Il taglio dell’Irpef introdotto dalla Manovra entrerà in vigore dal primo gennaio, con effetti sugli stipendi di circa 13 milioni di contribuenti italiani. A cambiare sarà la seconda aliquota Irpef, quella riguardante chi ha un reddito tra i 28mila e i 50mila euro: per loro l’aliquota media passa dal 35% al 33%, mentre le altre non cambiano.
La prima aliquota, fino ai 28mila euro di reddito, resta al 23%. Mentre l’ultima aliquota, al di sopra dei 50mila euro, è al 43% e anche in questo caso non subirà modifiche. Ma quali sono gli effetti in busta paga del taglio dell’Irpef e cosa cambierà concretamente da gennaio?
Taglio dell’Irpef, gli effetti sugli stipendi
La riforma dell’Irpef non avrà alcun effetto su chi guadagna meno di 28mila euro. I primi effetti si vedono intorno ai 30mila euro annui, ma il vantaggio è minimo: parliamo di poche decine di euro l’anno in più in busta paga. Salendo ai redditi da 35mila euro, il vantaggio è maggiore ma ancora molto risicato: parliamo di circa 140 euro in più l’anno.
A quota 45mila euro, invece, il beneficio diventa di 300 euro l’anno. Stipendi più alti, quindi, ma ben poco per contrastare la perdita del potere d’acquisto degli ultimi anni. Il vantaggio massimo si registra a quota 50mila euro: in questo caso gli stipendi crescono di 440 euro l’anno, ovvero circa 40 euro in più al mese. Stesso vantaggio che si ha tra i 50mila e i 200mila euro di reddito: sopra questa cifra, invece, il beneficio viene sterilizzato.