Taormina torna in campo col botto

Di Davide Vecchi per Il Fatto Quotidiano

Dalla baita di Cogne all’attico di Carrai. Carlo Taormina riprende la toga forense e decide di occuparsi dell’appartamento che Marco Carrai ha pagato all’allora sindaco di Firenze, oggi premier, Matteo Renzi. Taormina ha presentato una denuncia (che venerdì illustrerà alla stampa) in cui ipotizza vari reati a carico del premier tra cui concussione e corruzione.

Sulla vicenda, come già scritto a marzo dal Fatto, la procura di Firenze ha aperto un fascicolo, assegnato al pm Luca Turco. “Non sappiamo se da allora sono stati compiuti passi in avanti nelle indagini”, spiega Taormina. “Riteniamo sia necessario far luce sull’accaduto”.

E in particolare trovare risposta a una domanda: perché Carrai paga l’affitto a un sindaco e nei tre anni successivi riceve incarichi in società controllate del Comune, appalti dall’amministrazione e gestisce le casse delle fondazioni create ad hoc per finanziare le campagne elettorali che nel tempo portano quel primo cittadino a diventare premier?

La vicenda è nota. Carrai, poi nominato presidente di Firenze Parcheggi (partecipata dal Comune), paga a Renzi l’affitto di un attico in via degli Alfani 8, pieno centro. “Per amicizia”, si giustificherà.

A far emergere la vicenda è stato Alessandro Maiorano, dipendente comunale che da anni porta avanti un’azione di denuncia contro Renzi. Quando il premier era presidente della Provincia, Maiorano comincia a diffondere materiale sulle spese sostenute da Palazzo Medici Riccardi. Spese per 20 milioni di euro sulle quali poi aprirà un’indagine il Mef e la Corte dei Conti. Poi su Florence Multimedia (altra inchiesta della Corte dei Conti), infine sulla gestione delle nomine a Palazzo Vecchio.

Così nella primavera di un anno fa Renzi, impegnato per la seconda volta nelle primarie per la guida del Pd, decide di querelare Maiorano. Il don Chisciotte d’oltrarno incassa la denuncia ma non s’arrende e, come fossero mulini a vento, verifica ogni parola di quanto scritto dall’avvocato di Renzi, scoprendo che la residenza del sindaco non era a Rignano, dove abitava con la famiglia, ma in via degli Alfani. Il resto è storia nota.

Alla prima udienza, lo scorso 7 luglio, Renzi non si presenta. Ma in compenso Maiorano sfoggia “l’avvocatone”, lo presenta entusiasta: Carlo Taormina. Che si trova a suo agio da subito. E annuncia: “Ci divertiremo, il presidente del Consiglio non si è costituito parte civile. Faremo altri processi, sarà un anno interessante”, garantisce. Le denunce, dice, “sono già in atto, come quelle sulle spese in Provincia: dimostreremo che non sono spese folli ma deliranti; sono già in atto quindi ma c’è qualcuno che non si muove”.

Lascia la frase a metà, senza aggiungere che quel qualcuno è la procura di Firenze, fino a novembre 2013 affidata al Procuratore Capo, Giuseppe Quattrocchi da un mese super consulente dal Comune di Firenze ora in mano al renzianissimo Dario Nardella. Si riferisce a lui? Taormina evita. Ha già preso contatti con Giuseppe Creazzo, il magistrato che ha preso il posto di Quattrocchi, annunciando la denuncia contro Renzi. Che ruota attorno a quattro punti: le spese della Provincia; la Florence Multimedia e il Genio Fiorentino e la casa pagata da Carrai. Un attico può far dimenticare una baita.