Telovendo io il posto fisso

di Gianluca Schiavone

Niente da fare. Più l’Italia va a rotoli, più il tasso di disoccupazione aumenta, più il baratro si avvicina col passo felpato di Giuliano Ferrara, più una riflessione si insinua prepotente: Giorgio Mastrota è un genio. In un momento storico fatto di stage non pagati, di palese sfruttamento degli over 30 ribattezzato “tirocinio a scopo formativo”, di contratti a tempo determinato che infondono la sicurezza di Flavia Vento alle prese con la perifrastica passiva, un uomo fra tanti ha saputo cogliere l’attimo ed è riuscito a vestire di un abito rassicurante una mesta deriva professionale.

METÀ PENTOLA, METÀ MATERASSO
Sì, perché il caro vecchio Giorgio, quell’uomo dall’occhio chiaro e dall’abbinamento giacca/pantalone discutibile, quell’animale mitologico metà pentola e metà materasso con doghe in legno, oggi rappresenta una certezza, un appuntamento fisso, un “ma fatti una vita” che ogni italiano ama dedicargli almeno una volta al giorno. Negli anni ’90 è uno dei personaggi di punta di Mediaset, che gestisce il successo con estrema nonchalance e ci sa fare fra telecamere e microfoni. Dopo aver vinto la fascia di Uomo ideale nel 1988, presenta programmi cult come Il nuovo gioco delle coppie e Bellezze al bagno per, poi, inciampare in una che di bellezza ne sa decisamente qualcosa, infatti, nel 1992 sposa la bellissima Natalia Estrada, ex cavallo di razza di Canale 5 e che oggi con i cavalli pare ci lavori proprio. Dopo il naufragio del matrimonio con la bella spagnola, il nostro Giorgio decide di buttarla in caciara e colleziona l’esperienza che forse segna il definitivo passaggio da “lavoro in televisione” ad “addio per sempre televisione”: nel 2003 partecipa ad Uomini e Donne. Da lì è un attimo che dal condurre un programma tv si ritrova a familiarizzare con il programma della lavatrice data in omaggio nell’offerta Mondial Casa. Sarà stata una scelta sbagliata, una combinazione non felicissima di eventi, una congiunzione astrale o semplicemente un pochino di sfiga, ma l’uomo di punta di Mediaset s’è trasformato nella punta dell’iceberg di un ingranaggio e si ritrova esiliato in una dimensione parallela fatta di pubblicità e telepromozioni, prestando spesso il fianco ad ironia spiccia e battutine da parte di colleghi professionalmente più fortunati. Ma è qui che arriva il bello. Giorgio nostro ha scoperto il Santo Graal della longevità e, dietro l’offerta di una pentola a pressione o di una federa in seta, nasconde una strategia vincente da ogni punto di vista.

PUNTO DI RIFERIMENTO
In un periodo di precariato incalzante anche e soprattutto nel fatuo mondo dello spettacolo, lui è l’unico sempre lì, sempre presente, sempre riconfermato nel suo ruolo. Una roccia, il simbolo della stabilità lavorativa, lo schiaffo morale agli ingaggi altalenati, l’icona di una coerenza sfacciata, il testimonial del posto fisso. Un genio, appunto. Renzi promette altri 80€ a fine mese, Giorgio rompe gli indugi e promette un set di pentole così fornito da sistemarti per le cene e i pranzi dei prossimi 34 anni. Renzi tiene convegni al limite del soporifero, Giorgio fiuta l’occasione e ti spedisce direttamente a casa un materasso che concilia sonno e sogni. Il premier temporeggia sui tempi delle riforme, il Mastrota nazionale non ha dubbi: l’offerta vale solo per i prossimi 30 giorni. Renzi si giustifica in tutte le salse, Mastrota le salse te le regala in omaggio insieme alla pentola adatta per i fuochi ad induzione. Matteo vende sogni, Giorgio regala solide realtà. Un modello da seguire e da esportare. Un genio, appunto.