La Sveglia

Tra ruspe e motoseghe. Milei è il Salvini argentino

C’è un nuovo idolo della destra sovranista mondiale orfana di Trump: Javier Milei è il nuovo presidente dell’Argentina.

Tra ruspe e motoseghe. Milei è il Salvini argentino

C’è un nuovo idolo della destra sovranista mondiale orfana delle pericolose bizze di Donald Trump: Javier Milei è il nuovo presidente dell’Argentina. Il candidato de La Libertad Avanza ha preso più del 55% dei voti al ballottaggio e il 10 dicembre entrerà in carica. Il prossimo presidente argentino è diventato un’icona impugnando una motosega e agitandola di fronte ai suoi fan impazziti di gioia.

C’è un nuovo idolo della destra sovranista mondiale orfana di Trump: Javier Milei è il nuovo presidente dell’Argentina

Se vi chiedete come sia possibile ricordate che da noi è vice presidente del Consiglio uno che evocava le ruspe e si fotografava sorridente quando ne incrociava qualcuna in giro. Il programma di Milei è rintracciabile nei suoi sconclusionati slogan vomitati in campagna elettorale: “Tra la mafia e lo Stato, preferisco la mafia. La mafia ha un codice d’onore, la mafia non mente, la mafia compete sul mercato”, oppure le tasse sono “residui dello schiavismo” ed evaderle “un diritto umano”, oppure “la mia missione è prendere a calci nel culo i keynesiani e i collettivisti figli di puttana”. Milei vuole privatizzare tutte le scuole e gli ospedali, vuole liberalizzare la vendita di organi e vorrebbe “bruciare la banca centrale argentina”.

Qual è l’idea di sovranismo di Milei? Dollarizzare l’Argentina. In sostanza: fare il sovranista con la moneta degli altri. Peccato che per farlo Milei avrebbe bisogno di una quantità di dollari che non ha e che non hanno le banche, le imprese e le famiglie. Peccato che la politica monetaria nazionale verrebbe decisa da un altro Stato. Peccato che sia la migliore soluzione per arrivare veloci all’ennesimo default. Ma alla destra di Trump, Bolsonaro, Milei (e Salvini e Meloni quando sono in campagna elettorale) le soluzioni non interessano: contano solo le promesse.