Tre ore di conferenza stampa. La Meloni è un fiume in piena

Alla conferenza stampa di fine anno il premier Giorgia Meloni difende la Manovra e continua a fare promesse.

Tre ore di conferenza stampa. La Meloni è un fiume in piena

Dalla manovra migliore possibile, passando per il decreto Rave che manda un messaggio a chi vuole violare le leggi, fino al Presidenzialismo che “si farà”. Poi il supporto senza sé e senza ma all’Ucraina e la difesa del Msi che “ha avuto un ruolo importante nella democrazia di questo Paese”. È durata tre ore la conferenza stampa di fine anno in cui il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha spaziato su ogni possibile argomento con dichiarazioni che faranno discutere a lungo.

Verso il presidenzialismo

Dopo un preambolo in cui ha elogiato la legge di Bilancio approvata ieri e la solidità della coalizione, dicendo di fidarsi “degli alleati al governo” con cui “c’è una visione comune”, ha spiegato di voler portare a casa “il presidenzialismo perché velocizzare le istituzioni sarà la mia eredità” politica.

Una riforma costituzionale che dovrà dare “stabilità” all’Italia e che dovrà essere “ampiamente condivisa e per questo siamo partiti dal semipresidenzialismo alla francese ma di modelli ce ne sono diversi su cui si può ragionare”.

La difesa del Movimento sociale italiano

Interpellata sulle recenti polemiche per le frasi al miele verso Msi da parte del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e della sottosegretaria Isabella Rauti, la Meloni si è detta “incredula” in quanto “il Movimento sociale italiano ha avuto un ruolo molto importante nella storia di questa nazione.

Perché deve diventare ora impresentabile?”. Gran parte della conferenza ha però toccato un altro nodo scoperto tra il premier e le opposizioni, ossia la riforma del Lavoro e la revisione del Reddito di cittadinanza. Sul punto il Presidente del Consiglio ha spiegato di voler “affrontare la sfida della possibilità di far trovare un posto di lavoro” sostenendo che “mentre spendevamo 8 miliardi per dare il Reddito di cittadinanza a chi poteva lavorare, l’Italia non spendeva 8 miliardi del fondo sociale europeo, dedicato alla formazione. Quindi abbiamo 8 miliardi di euro non utilizzati del fondo sociale, 13 miliardi della nuova programmazione e il pnrr. Parliamo di molti soldi”.

Attacco frontale al Reddito di cittadinanza

Poi, in relazione alle offerte di lavoro, ha aggiunto che “quando si parla del tema della congruità bisogna capirsi. Certo, non si deve e non si può parlare di lavoro sottopagato o di sfruttamento. Ma se il tema è ‘non considero questa mansione all’altezza delle mie aspettative o studi’, quello è un tema diverso. Tutti vorremmo trovare il lavoro dei nostri sogni, ma qua il tema è se preferisco stare a casa invece di fare un lavoro dignitoso”.

Insomma il solito motivetto che le destre raccontano da settimane. Poi ha spiegato che “dobbiamo comunque considerare che il mercato del lavoro è cambiato” ma “bisogna evitare che il lavoro sia fatto in nero. Occorre diversificare le tipologie contrattuale facendo i controlli per evitare distorsioni”, spiega rilanciando il sistema dei voucher sicura che “alcune degenerazione del passato oggi sono più difficili”.

 

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