Mentre la guerra in Ucraina continua a fare vittime e destare la preoccupazione internazionale, spunta un nuovo piano di pace messo a punto segretamente tra Stati Uniti e Russia. Il 20 novembre 2025, all’indomani della notizia dell’esistenza di questa bozza di accordo, è così diventato un giorno-chiave: secondo i media citati da Axios e da altre fonti, il progetto segreto prevede una soluzione in 28 punti, ispirata ad alcuni elementi del cessate il fuoco di Gaza.
Ma cosa significa davvero questo possibile accordo? Quali sono i paletti più controversi? E qual è la posizione dell’Ucraina? Cerchiamo di capirlo insieme.
Cosa prevede il piano di pace
Secondo le ricostruzioni di Sky TG24, il piano elaborato dagli Stati Uniti — guidati da Donald Trump — e dalla Russia di Vladimir Putin prevede una serie di misure ambiziose e delicate.
Tra i punti più importanti:
- il riconoscimento della Crimea e del Donbass come territori “russi” da parte di alcuni Paesi, ma non necessariamente da parte dell’Ucraina
- una riduzione significativa dell’esercito ucraino, con limiti su alcune categorie di armamenti, in cambio di “garanzie di sicurezza” da parte di Washington
- riduzione o restrizione nell’impiego di missili a lungo raggio da parte ucraina, che potrebbero quindi rappresentare un serio punto di negoziazione
- misure di “smilitarizzazione” in alcune zone: nel Donbass, ad esempio, la proposta ipotizza che alcune parti diventino zone meno “militarizzate” pur restando sotto il controllo russo
Secondo l’ANSA, il piano è “segretissimo” e non completamente pubblico, ma varie fonti lo descrivono come un documento molto concreto che sta circolando nei corridoi diplomatici.
Le reazioni: Kiev non manda segnali di cedimento e l’Ue protesta
Dall’Ucraina la prima reazione è stata a dir poco fredda, complice anche il fatto che le negoziazioni sono avvenute all’insaputa di Volodymyr Zelensky. Malgrado ciò, l’idea di Kiev è di attendere così da poter analizzare in dettaglio il piano di pace e solo a quel punto esporre una posizione ufficiale. Quel che è certo è che al momento non sembra esserci un’apertura totale come si evince da diverse notizie di giornata:
- Il presidente Zelensky – riferisce il Corriere – ha dichiarato che l’Ucraina è disposta a “collaborare con gli Stati Uniti”, ma sottolinea che ogni proposta deve garantire la leadership americana forte e coerente nel processo di pace
- Al contempo, secondo report di Axios citati dalle testate, Zelensky avrebbe mostrato scetticismo su alcuni punti, in particolare quelli territoriali
- In passato, Zelensky aveva detto che non esiste un piano di pace concordato ufficialmente: ha parlato di “diverse riflessioni e proposte”, ma ha definito “strano” un piano già scritto senza il pieno coinvolgimento ucraino
Reazione stizzita anche da parte dell’Unione europea che, al pari dell’Ucraina, è rimasta all’oscuro delle trattative in corso tra Usa e Russia. Secondo l’Alto rappresentante dell’Ue, Kaja Kalla, “noi sosteniamo una pace che sia giusta e duratura ma a ogni piano, per funzionare, serve che l’Europa e l’Ucraina siano a bordo”. La diplomatica ha poi aggiunto di “non essere a conoscenza” di un coinvolgimento degli europei alla costruzione del piano di pace Usa, e ha tenuto a ribadire che “c’è un aggressore e una vittima: non sentiamo concessioni da parte della Russia, come ad esempio una tregua incondizionata, dato che lo bombe cadono ancora sui civili”.
La posizione russa e il ruolo degli USA
Sul fronte russo, secondo fonti citate dall’ANSA, Mosca non ha escluso del tutto la trattativa. In passato, Putin ha manifestato la sua disponibilità a trattare con Trump, evocando una relazione di pragmatismo e fiducia. Tuttavia, il Cremlino ha anche rimarcato che al momento non tutti i “lavori preparatori” per un eventuale vertice sono stati completati.
Dal lato americano, il piano in 28 punti sarebbe il frutto del lavoro congiunto di figure molto influenti: secondo i media, l’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, e il capo del fondo russo degli investimenti diretti, Kirill Dmitriev, sarebbero tra gli architetti dell’accordo. Questo dimostra come, dietro le quinte, Stati Uniti e Russia stiano esplorando un percorso diplomatico non convenzionale e ad alto rischio politico.
Le implicazioni geopolitiche
Se il piano fosse implementato anche solo in parte, le conseguenze potrebbero essere profonde:
- Ridisegno territoriale: il riconoscimento formale di Crimea e Donbass da parte di alcuni Paesi potrebbe alterare gli equilibri internazionali e minare la sovranità ucraina come la conosciamo oggi
- Sicurezza europea: la proposta di restrizioni militari ucraine potrebbe influire sulla stabilità dell’intero fronte orientale europeo, con un nuovo equilibrio geopolitico
- Credibilità diplomatica degli USA: per Washington sarebbe un colpo grosso se riuscisse a mediare un accordo, ma allo stesso tempo rischia accuse di aver spinto l’Ucraina a rinunce troppo pesanti
- Ruolo della Turchia e del Qatar: secondo alcuni report, anche questi Paesi potrebbero essere coinvolti nella mediazione, collegando l’iniziativa a modelli già visti in Medio Oriente
- Contrasto europeo: parte dei leader europei (sia politici che diplomatici) potrebbero reagire con diffidenza o opponendosi a un accordo che non rispetti pienamente la sovranità ucraina
Criticità e punti di domanda
Com’è facilmente intuibile, il piano può essere una vera svolta per chiudere un conflitto che va avanti da oltre tre anni. Tuttavia non mancano le criticità che rischiano di far saltare il banco:
- Non è chiaro se l’Ucraina accetterebbe davvero di rinunciare a parti del suo territorio (Donbass e Crimea) nelle modalità indicate.
- Le “garanzie di sicurezza” proposte dagli USA potrebbero non essere considerate sufficienti da Kiev, soprattutto se “a lungo termine” non vengono tradotte in impegni vincolanti.
- Il fatto che il piano rimanga (per ora) segreto rischia di alimentare sfiducia, sia in Ucraina che in Europa, dove molti chiedono trasparenza e coinvolgimento diretto di tutti gli attori.
- Il modello “ispirato a Gaza” può essere simbolicamente potente, ma geopoliticamente diverso: la guerra in Ucraina ha implicazioni militari, energetiche e strategiche molto differenti da quelle del Medio Oriente.
Prospettive: cosa potrebbe succedere nelle prossime settimane
- Il piano potrebbe essere formalizzato ufficialmente o parzialmente modificato sulla base delle reazioni di Kiev e Mosca.
- Potrebbero esserci nuovi incontri diplomatici di alto livello (anche con leader europei) per discutere la struttura del piano di pace.
- L’UE potrebbe richiedere un proprio ruolo più attivo per garantire che le trattative non si svolgano “dietro le quinte” senza un coinvolgimento europeo reale.
- Se il piano verrà messo sul tavolo ufficiale, saranno decisive le reazioni del parlamento ucraino, della società civile e degli alleati internazionali.