Ugl, il suk delle tessere: regali per i nuovi iscritti

di Stefano Sansonetti

Arriva l’ultima dall’Ugl. In perfetto stile promozionale, neanche fosse una super azienda commerciale, il sindacato si è inventato un sorta di “offertissima” pur di imbarcare nuovi iscritti. Senza starci a girare troppo intorno, la sigla dal 16 giugno scorso sta offrendo buoni acquisto da 40 euro a chi decide di diventare un nuovo iscritto. Di più, perché per chi presenta nuovi associati c’è un altro buono per un valore di 20 euro. A mettere sul piatto questa iniziativa, in particolare, è la Ugl Intesa, ovvero la federazione che rappresenta i lavoratori del comparto ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici ed enti di ricerca. In tutto, al momento, per circa 12-13 mila iscritti. Di sicuro l’operazione sta facendo a dir poco discutere, soprattutto in un momento in cui l’Ugl è scombussolata dall’inchiesta per sottrazione di fondi dalle casse del sindacato a carico di Giovanni Centrella, l’ex segretario che qualche giorno fa si è dimesso.

Il perimetro
L’offerta delineata dal sindacato, in ogni caso, è stata definita in ogni dettaglio. In buona sostanza prevede, in base a una convenzione con varie catene commerciali, che possano essere riconosciuti 8 buoni da 5 euro per ciascun nuovo iscritto. Ai quali si aggiungono 4 buoni da 5 euro per gli associati che dovessero presentare al sindacato nuove leve. Un po’ il sistema che, fatte le debite proporzioni, era stato inventato tra i primi da Sky per incentivare nuovi abbonamenti alla pay tv. Le catene commerciali convenzionate sono addirittura 56, tra le quali gruppi come Ikea, Coop, Sma, Bata, la Rinascente, Feltrinelli, Cisalfa, Trony, Unieuro e via dicendo. Ma possibile che un sindacato, invece di puntare sull’offerta di un’autentica piattaforma di tutele del lavoratore, ricorra a questa sorta di “supermarket” del reclutamento? La Notizia, naturalmente, ha posto questa domanda a Francesco Prudenziano, segretario generale di Ugl Intesa. Il quale ammette che quella dell’Ugl “è una proposta anomala”, ma non si scompone più di tanto. La premessa è che “i tempi sono cambiati, il sindacato è visto come un’istituzione autoreferenziale, c’è la crisi economica e il blocco quinquiennale dei contratti”. Insomma, in un contesto di questo tipo l’offerta dell’Ugl viene descritta come un metodo se si vuole alternativo, “a spese del sindacato”, ma assolutamente accettabile per provare a far conoscere la sigla e a imbarcare nuovi associati. La cui quota, è bene precisare, oscilla sui 13 euro al mese. Tra l’altro, prosegue Prudenziano, “tutti gli altri sindacati utilizzano lo schema della convenzione”. Anche se nessun altro si era mai spinto fino ad offrire buoni acquisto. In più, secondo il segretario di Ugl Intesa, “non c’è correlazione diretta tra il bonus e l’iscrizione di un soggetto, visto che l’iscrizione stessa può essere sempre cancellata in qualsiasi momento”. Ma è chiaro che è più facile incamerare un nuovo iscritto, anche vagamente allettato dal bonus, che perderlo di lì a poco.

L’accusa finale
Ma a far riflettere, se vogliamo, è anche l’affondo finale del segretario dell’Ugl Intesa, il quale per rintuzzare le critiche contro l’iniziativa della sua sigla attacca “i sindacalisti puristi che fanno gli ideologi dell’ultimo minuto e poi magari sono gli stessi che fanno il mercato delle vacche chiedendo ad amici e parenti di iscriversi per qualche mese solo per fare vedere un numero più cospicuo di iscritti”. Accusa che diventa oggi più attuale, visto che il 31 dicembre del 2014 scade il termine triennale, nel pubblico impiego, per misurare la rappresentanza sindacale in base al numero degli iscritti. Con tutto ciò che ne consegue in termini di potere contrattuale. Sarà anche per questo che l’Ugl si è inventata il bonus? “Beh, noi ci siamo mossi un bel po’ prima”, si schermisce Prudenziano, rilanciando ancora contro “il mercato delle vacche degli altri sindacati che va avanti da almeno 10 anni. E all’interno lo sanno tutti”.
@SSansonetti