Un donatore di sangue su mille scopre un’infezione andando a donare. Lo scorso anno 1.778 positivi. Per il Centro nazionale sangue dell’Istituto superiore di sanità: “E’ un segno dell’efficacia del sistema”

Circa l’uno per mille dei donatori di sangue scopre di avere un’infezione da virus dell’epatite B o C, Hiv o Treponema pallidum

Nel 2017 quasi duemila persone, circa l’uno per mille del totale dei donatori, hanno scoperto di avere un’infezione da virus dell’epatite B o C, Hiv o Treponema pallidum attraverso le analisi che si fanno prima di donare il sangue. Lo affermano i dati raccolti dal Centro nazionale sangue dell’Istituto superiore di sanità. Il numero di nuove di positività negli ultimi dieci anni, spiegano gli esperti del Cns, è sostanzialmente stabile.

Lo scorso anno, le principali positività riscontrate sono quelle per epatite B (751 su 1.778 donatori positivi) e per sifilide (642); molti meno sono risultati i donatori positivi all’Hiv (96) e al virus dell’epatite C (315). Negli ultimi anni le positività per epatite B sono diminuite, per l’arruolamento di nuovi donatori nati dopo il 1983, anno di introduzione del vaccino obbligatorio, mentre sono aumentate quelle da Treponema, una tendenza che segue anche quella della popolazione generale.

“Questi dati testimoniano l’efficacia del sistema di selezione – spiega Giancarlo Liumbruno, direttore generale del Cns -, che è capace di ‘intercettare’ i potenziali donatori positivi, come dimostra anche il fatto che da oltre un decennio non ci sono infezioni da questi agenti trasmesse attraverso le trasfusioni. Ci sono però alcuni aspetti che si possono migliorare nell’emovigilanza, soprattutto sotto il profilo dell’uniformità delle procedure usate nelle diverse regioni per la gestione dei risultati dei test e dei donatori positivi”.

La prima garanzia della sicurezza del sangue, spiega ancora il Centro nazionale sangue, dell’Iss deriva dalla scelta di rendere la donazione un atto volontario, gratuito e anonimo che la stragrande maggioranza dei donatori compie con periodicità, un altro pilastro della sicurezza. Non donando ‘per qualcuno’ in particolare e non essendoci nessuna forma di ricompensa si evita che si presentino a donare persone con motivazioni diverse dall’altruismo. Prima della donazione si deve poi compilare un questionario, contenente domande volte ad approfondire eventuali comportamenti a rischio del donatore, malattie pregresse e terapie in corso, e sottoporsi a visita con il medico esperto nella selezione dei donatori di sangue.

L’esito della compilazione del questionario e della visita determineranno l’idoneità o meno del donatore. Tutte le sacche di sangue donato vengono poi sottoposte ai test per la ricerca dei virus Hbv, Hcv, Hiv e del Treponema; in particolari periodi dell’anno, a questi test possono aggiungersi ulteriori analisi per la ricerca di altri virus come il West Nile. Le donazioni verranno utilizzate solo se gli esiti dei test effettuati risulteranno tutti negativi.