Un paese di trombati. Perse le elezioni c’è una casta che non molla

di Stefano Sansonetti

Pronti a resuscitare, con l’immancabile complicità del nuovo ministro di turno. C’è anche questo nella giovane storia del governo di larghe intese guidato da Enrico Letta. Perché nel poltronificio che l’esecutivo sta producendo, tra sottogoverno, gabinetti e uffici legislativi, le segreterie ministeriali si stanno dimostrando un incredibile terreno di riciclo. Si pensi al dicastero delle infrastrutture e dei trasporti, dove si è insediato Maurizio Lupi (Pdl). Qui come segretario particolare del ministro è entrato Marcello Di Caterina, ex deputato Pdl, recentemente bocciato in Campania alle elezioni politiche. Al ministero dell’ambiente, retto dal Pd Andrea Orlando, capo della segreteria del ministro è diventato Michele Fina, già assessore in provincia dell’Aquila e anche lui candidato senza fortuna alle recenti elezioni politiche nelle file dei Democratici. E che dire del nuovo portavoce di Beatrice Lorenzin? A quanto pare la scelta è caduta su Fabio Mazzeo, ex capo ufficio stampa del Pdl alla camera ma fino a qualche tempo fa candidato sindaco a Messina. E chissà che nei prossimi giorni, nell’ambito della composizione dei vari mosaici ministeriali, il numero dei trombati rimessi in circolo non aumenti. All’insegna di quelle larghe intese che contraddistinguono gli stessi piani alti dell’esecutivo Letta.

Ministero Infrastrutture
Lupi ha fatto le cose in grande, non c’è che dire. La sua segreteria si compone di un capo segreteria e di un segretario particolare. Quest’ultimo, appunto, è stato individuato in Di Caterina. Il quale ha così potuto dimenticare velocemente la delusione subìta a causa della mancata rielezione. Un premio fedeltà, non c’è dubbio, per l’ex deputato Pdl che nel 2006 si è distinto come uno dei più dinamici sostenitori dei Circoli della libertà fondati da Marcello Dell’Utri. Capo della segreteria di Lupi, invece, è diventato Emmanuele Forlani, che insieme al ministro condivide la vicinanza a Comunione e Liberazione. Nel passato di Forlani, infatti, c’è un posto da segretario generale della Fondazione per la Sussidiarietà e un incarico da responsabile dell’ufficio studi della Compagnia delle opere, il braccio economico proprio del movimento fondato da don Giussani.

Ministero dell’Ambiente
Canovaccio simile per il ministero dell’ambiente. Qui si è da poco insediato Orlando, che in realtà fino a non molto tempo fa si occupava di tutt’altro, dal momento che era inquadrato come responsabile giustizia del Pd. Anche Orlando ha voluto per gli uffici di staff un perimetro bello largo. Come capo della segreteria ha scelto Michele Fina, che si è candidato alle ultime elezioni politiche nelle file del Pd, purtroppo per lui senza fortuna. Se non altro Fina era già stato fino al 2010 assessore all’ambiente della provincia dell’Aquila. Anche lui, in ogni caso, ha subito trovato il modo di dimenticare la cocente delusione elettorale. In qualità di segretario particolare, invece, Orlando ha puntato sul sicuro è ha reclutato Matteo Bianchi, che era già stato suo assistente parlamentare.

Ministero della salute
Allo schema, peraltro, non sembrano sfuggire nemmeno i portavoce. O almeno alcuni di essi. Si prenda il caso del ministero della salute, che in ossequio agli equilibri delle larghe intese è stato assegnato all’esponente del Pdl Beatrice Lorenzin. Ebbene, in questo caso pare che la scelta del nuovo portavoce abbia privilegiato Fabio Mazzeo, già capo ufficio stampa del Pdl alla camera. Ma Mazzeo, fino a non molto tempo fa, era in corsa per essere il candidato Pdl nelle elezioni alla poltrona di sindaco di Messina. Alla fine, però, il partito gli ha preferito Enzo Garofalo. Per questo il futuro portavoce della Lorenzin, a suo modo, può essere considerato un trombato, se non altro a livello interno al Pdl.

Ministero del Tesoro

Per tornare al ministero del Tesoro in qualità di portavoce, come ha raccontato La Notizia di sabato scorso, si sta movendo non poco Carlo Maria Fenu, fino a non molto tempo fa capo ufficio stampa di Finmeccanica, dove è stato stretto collaboratore dell’ex ad Giuseppe Orsi. Fenu, il cui nome (pur non essendo oggetto di indagine) è venuto fuori in alcune intercettazioni riguardanti la società, è uscito dal colosso della difesa non appena ha preso pieni poteri l’attuale ad Alessandro Pansa. Se l’ex capo ufficio stampa riuscisse a risistemarsi sulla poltrona di portavoce del ministero dell’economia, ruolo che aveva già rivestito con Tommaso Padoa-Schioppa, Pansa si verrebbe a trovare con l’ex capo ufficio stampa allontanato da Finmeccanica che rispunta nel ruolo di portavoce del ministero controllante. Una situazione che, secondo gli osservatori più attenti, sarebbe in grado di creare più di qualche imbarazzo.

@SSansonetti