Una manovra di nuove tasse e tagli: per il governo un piano da lacrime e sangue

Per finanziare la manovra il governo, oltre ai tagli annunciati, pensa anche a nuove tasse, come quelle su scommesse online e multinazionali.

Una manovra di nuove tasse e tagli: per il governo un piano da lacrime e sangue

La manovra è ancora in alto mare. A disposizione per il momento ci sono al massimo 12 miliardi, su un totale di almeno 25 necessari, stando alle stime riportate dal capogruppo di Forza Italia alla Camera, Paolo Barelli.

Siamo a meno di metà strada, insomma, e alla legge di Bilancio manca solo un mese. Ancor meno manca alla Nadef, attesa entro il 27 settembre, quando si dovranno fare i conti in vista della manovra. 

Manovra, le risorse certe per il governo

Al momento ci sono 4,5 miliardi di deficit, già messi in cassaforte con il Def. A cui aggiungere 1,5 miliardi di risparmi provenienti dall’assegno unico. Poi ci sarebbe la spending review: il governo si attende 1,5 miliardi, ma per ora i tagli dei ministeri vanno a rilento e nessuno sembra trovare misure da sacrificare. 

Peraltro i nuovi tagli si affiancheranno a una serie di promesse tradite: dal rinnovo dei contratti degli statali, quasi impossibile da applicare, alla mancata rivalutazione completa delle pensioni, passando per la proroga della Quota 103 e l’addio a ogni ipotesi di superamento della legge Fornero.

Tutte le incognite sulle coperture e le nuove tasse

Fin qua i capitoli certi o quasi. Poi ci sono le tante incognite, a partire dalla tassa sugli extraprofitti delle banche. L’esecutivo conta di ricavarne 2,5 miliardi nell’attuale versione, ma in Parlamento Forza Italia potrebbe riuscire ad alleggerire il prelievo, facendo scendere gli incassi al di sotto degli 1,5 miliardi. 

C’è poi un altro rischio, sottolineato dai tecnici del Senato: si potrebbe prefigurare la “incompatibilità costituzionale della disposizione”: se così fosse lo Stato potrebbe prima incassare i soldi e poi doverli restituire agli istituti. 

C’è poi la novità degli ultimi giorni: la tassa sulle multinazionali che il governo vuole mettere in campo dal primo gennaio attraverso un decreto legislativo collegato alla riforma fiscale. 

La tassa si applicherebbe ai grandi gruppi che hanno un fatturato in Italia superiore ai 750 milioni di euro l’anno. Il decreto è atteso per la prossima settimana e la speranza è di ricavarci tra i due e i tre miliardi. L’idea è di applicare un’aliquota effettiva, a questi gruppi, superiore al 15%. Le stime, comunque, sono ancora tutte da valutare. Un’altra ipotesi è quella di nuove tasse sulle scommesse online, al vaglio della maggioranza in questi giorni.

Infine, c’è il capitolo dell’extragettito Iva derivante dal caro benzina: il governo può contare su 1-2 miliardi e deve capire come investirli. Da una parte c’è chi vuole usarli per la manovra, e quindi per il taglio del cuneo fiscale e le misure per la famiglia, dall’altra c’è chi punta a un bonus benzina contro il caro carburanti.