Dopo 5 anni di lavori il nuovo super palazzo dei Servizi segreti non è ancora pronto. E il conto finale della maxi ristrutturazione si avvicina ai 100 milioni

A sette anni di distanza dall’idea di dotare i Servizi segreti di una nuova sede, e a cinque dall’apertura dei cantieri, l’immobile non è ancora pronto

di Stefano Sansonetti

Le prime autorizzazioni risalgono al 2011. Sette anni fa, con il Governo Berlusconi in sella, spunta l’idea di dare ai nostri Servizi segreti una sede nuova di zecca, in cui far confluire tutta la parte amministrativa di Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) e Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna). Viene individuato un mega palazzo di inizio ‘900 nel quartiere Esquilino, nella romana Piazza Dante, un tempo sede delle Casse di risparmio postali. Il grosso dei lavori di ristrutturazione comincia nel luglio del 2013, con l’obiettivo di terminarli nel marzo del 2018. E la commessa viene assegnata a una delle più importanti coop rosse, la Cmc di Ravenna. Ma oggi, a sette anni di distanza dall’idea, e a cinque dall’apertura dei cantieri, l’immobile non è ancora pronto. Certo, esternamente è tutto ripulito. E sul tetto sembra ormai completata una misteriosa struttura in vetro. Ma tutto intorno campeggiano ancora barriere protettive, gru e montacarichi.

Costi – Eppure il costo di aggiudicazione dei lavori da parte della Cassa Depositi e Prestiti, proprietaria dello stabile, non è certo roba da poco. Finora la cifra, trattandosi della sede degli 007 nostrani, è rimasta rigorosamente top secret. La Notizia, però, adesso è in grado di rivelarla: parliamo della bellezza di 82 milioni di euro. La somma viene fuori da un elenco di professionisti (soprattutto ingegneri) accreditati presso palazzo Chigi, in particolare presso il Commissario straordinario per la ricostruzione dopo il sisma del 2016. In almeno un caso, nelle schede professionali relative ai lavori precedentemente svolti, si fa riferimento al complesso immobiliare di piazza Dante, con tanto di riferimento alla ditta che sta eseguendo la ristrutturazione (Cmc) e al gruppo committente (Cdp). Il civico indicato è proprio quello della sede delle ex Casse di risparmio postali. E subito dopo c’è l’indicazione dell’importo dei lavori: per la precisione 82.047.790,78 euro. Ma non finisce qui. Dall’ultimo bilancio della Cmc di Ravenna, la coop che ha avuto dalla Cdp il compito di eseguire i lavori, emerge un dettaglio interessante. Alla voce “rimanenze di lavori in corso di ordinazione”, la coop indica 11,1 milioni di euro richiesti a Cassa Depositi in termini di costi aggiuntivi. “La direzione del gruppo”, dicono sul punto i documenti contabili, “ritiene che i valori iscritti rappresentino una stima prudenziale dei maggiori compensi che ritengono saranno riconosciuti dalla committenza”. Cioè dalla stessa Cdp.

Gli sviluppi – Ora, soltanto fra qualche tempo sarà possibile fare una stima esatta del costo della ristrutturazione. Ma non ci si dovrebbe sorprendere se si arrivasse a ridosso dei 100 milioni di euro. Il che, per cinque anni di lavori (ammesso e non concesso che questi vengano ultimati quest’anno), significherebbe una media di 20 milioni di euro di spesa all’anno. Un tombola, per un’operazione non ancora ultimata. Sta di fatto che qui dovrebbero trasferirsi più di mille 007 amministrativi di Dis, Aisi e Aise, oggi guidate rispettivamente da Alessandro Pansa, Mario Parente e Alberto Manenti. Ieri La Notizia ha chiesto lumi alla Cassa Depositi e Prestiti circa il valore complessivo dei lavori e le richieste aggiuntive della Cmc di Ravenna. In più ha chiesto lumi sulla tipologia di contratto che legherà la stessa Cdp ai nostri apparati di sicurezza. Ma la società non ha fatto pervenire risposte.