Una poltrona per due. Meloni e Salvini appesi al voto in più

"Se prende un voto in più Giorgia Meloni, il premier lo fa Giorgia Meloni. Se prende un voto in più Matteo Salvini, lo fa Matteo Salvini".

Una poltrona per due. Meloni e Salvini appesi al voto in più

“Se prende un voto in più Giorgia Meloni, il premier lo fa Giorgia Meloni. Se prende un voto in più Matteo Salvini, lo fa Matteo Salvini. Più chiaro, bello e lineare di così non si può”. È quanto ha detto oggi, a margine di una visita alla sede di Telefono Donna Onlus di Milano, il leader della Lega Matteo Salvini.

“Se prende un voto in più Giorgia Meloni, il premier lo fa Giorgia Meloni. Se prende un voto in più Matteo Salvini, lo fa Matteo Salvini”

“Questa è la democrazia – ha aggiunto il segretario della Lega – dall’altra parte invece c’è il gratta e vinci tra Letta, Renzi, Calenda, Di Maio, Bonino, Speranza, Conte, Fratoianni e chi più ne ha più ne metta”.

“Programma chiuso, Meloni premier se ha voto in più- L’ho letto, è ottimo e prevede tutto”, aveva detto, sempre oggi il segretario della Lega Salvini, aggiungendo che “le candidature sono sostanzialmente definite, regione per regione. Mancano i nomi e ci arriviamo a cavallo di Ferragosto”.

“Le regole si conoscono – aveva detto ieri la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni a Rtl102.5 -, poi io non farà campagna elettorale parlando di nomi, di premier. Il centrodestra ha una regola, chi prende voto in più indica il nome del premier, poi spetta al Presidente della Repubblica decidere. Se FdI prende un voto in più il nome sono io. Non capisco perché la Meloni no?”.

Tajani: “Chi prende più voti avrà l’onore e l’onere di indicare il nome al capo dello Stato”

“Noi abbiamo detto che non abbiamo nessuna preclusione nei confronti di nessun leader del centrodestra” ha detto, invece, il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani rispondendo a una domanda sulle ultime dichiarazioni di Salvini e Meloni sulla premiership nel Centrodestra. E ha ribadito: “Chi prende più voti avrà l’onore e l’onere di indicare il nome al capo dello Stato che ha l’ultima parola, sarà lui a dover affidare la guida del Paese”.

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