I vaccini sono sicuri, lo conferma uno studio italiano. Le somministrazioni però vanno avanti a rilento

Avanti tutta con i vaccini anti-Covid-19. Secondo uno studio è scarsa o nulla la rilevanza clinica degli eventi avversi dopo la somministrazione.

I vaccini sono sicuri, lo conferma uno studio italiano. Le somministrazioni però vanno avanti a rilento

Avanti tutta con i vaccini. Scarsa o nulla la rilevanza clinica degli eventi avversi dopo la somministrazione. A sostenerlo, dopo i tanti dubbi sui farmaci anti-Covid e in particolare gli allarmi su AstraZeneca, è uno studio promosso dall’Università La Sapienza di Roma e dall’azienda ospedaliera capitolina Policlinico Umberto I, realizzato con i dati forniti da più di mille operatori che hanno già partecipato al monitoraggio clinico post vaccinazione. Emerge così che, un mese dopo la seconda dose di vaccino Pfizer-Biontech, gli eventi avversi sono appunto di scarsa o nulla rilevanza clinica.

“Il monitoraggio clinico post vaccinazione rappresenta una fase importante della ricerca medica ­- ha dichiarato la rettrice Antonella Polimeni (nella foto) – i risultati dell’indagine che stiamo conducendo sono estremamente incoraggianti”. Per lo studio sono stati reclutati sinora 1081 soggetti, di età compresa tra 24 e 69 anni, di cui il 64% donne. Il 53,7 % dei soggetti non ha presentato nessun evento avverso dopo la vaccinazione, mentre il 46,3% ha riportato eventi avversi lievi che sono iniziati dopo circa 12 ore e che, nella maggioranza dei casi, sono scomparsi dopo 24 ore.

Gli effetti avversi più comuni sono stati dolore all’arto sede dell’inoculazione, sintomi similinfluenzali, con o senza febbre, e linfoadenopatie. Meno frequentemente sono stati registrati manifestazioni dermatologiche, oculari e sintomi gastrointestinali. Gli eventi avversi più seri, come sincope, dolore toracico, difficoltà deambulatorie, cardiopalmo e stato confusionale, si sono verificati solamente nell’1,2% dei vaccinati e in nessun caso è stato necessario ricorrere al ricovero.

“Questo studio – ha specificato Fabrizio d’Alba, direttore generale dell’Umberto I – rappresenta una tappa importante del “cammino scientifico” che i nostri clinici stanno effettuando su vaccini ed eventi avversi. I numeri di questa ricerca, seppur non esaustivi, confermano ancor di più la necessità di affidarsi alla scienza ed ai suoi operatori per progredire la lotta contro la pandemia”.

Intanto la campagna vaccinale prosegue a rilento a tra mille ostacoli, in alcune regioni più che in altre. I governatori, dopo le bacchettate del premier, hanno così chiesto un confronto urgente con Mario Draghi per un “cambiamento di passo”, da fare “insieme al Governo”. Un faccia a faccia che dovrebbe svolgersi lunedì a Palazzo Chigi. Per cercare intanto di mettere una pezza, nei territori sono state intanto inviate le prime task force del commissario Covid, Francesco Paolo Figliuolo, ed è previsto l’arrivo di altre 4 milioni e mezzo di dosi entro fine marzo.

Le somministrazioni, 230mila in un giorno, hanno segnato un nuovo record, anche se chiaramente ancora non basta. Le task force del generale Figliuolo stanno entrando in azione in Molise e Basilicata, in particolare per le vaccinazioni nei paesi e nei luoghi più isolati. Il commissario Covid sarà poi in Calabria e in Sicilia, dove incontrerà tecnici e autorità. Ad Avellino, inoltre, l’Esercito ha trasformato un drive through della Difesa in un centro vaccinale mobile e i dati sulle inoculazioni saranno nelle prossime ore online e consultabili sul sito della Presidenza del Consiglio per Regione e categoria. Nei prossimi giorni dovrebbero poi essere riviste le percentuali di ripartizione dei vaccini nelle Regioni.