Pare che già a fine cerimonia, mentre le telecamere di Domenica in fissavano il momento delle firme sul registro alle nozze di Valeria Marini e Gianni Cottone, il consigliere Antonio Verro abbia ricevuto una telefonata che lo informava del “casino” creato dalla discussa diretta ai piani alti della Rai. Verro, avvocato milanese di origine siciliana era fra i banchi dell’Ara Coeli, fra rose bianche e soubrette – da Veronica Maja a Lorena Bianchetti, Alba Parietti – a stringere mani e a legittimare con la sua presenza il collegamento in diretta con Domenica in che ha scatenato i commenti caustici dei politici e le proteste dell’Aiart, l’associazione dei telespettatori presieduta da Luca Borgomeo.
Dall’inizio della settimana dunque il consigliere Pdl ė nella tempesta accusato di aver dato la “benedizione” alla diretta con la sua presenza alle nozze trash mentre si torna a chiedersi quando l’avvocato, eletto al Parlamento nel partito di Berlusconi, sceglierà di optare per il cda Rai rinunciando alla sua poltrona di onorevole.
Per ora, Verro il temporeggiatore – noto per la sua capacità vendicativa – non decide: il Cavaliere gli ha chiesto di restare nel cda per non far perdere la maggioranza al centro destra, ma lui ė seccato perché vorrebbe tornare a fare il suo mestiere cioè il parlamentare. In Rai, peraltro, non ė molto amato.
Non ha feeling con il dg decisionista Luigi Gubitosi e ha rapporti tesi con gli altri consiglieri.
Alle nozze della Marini, tanto per dire una, ha incrociato l’ex consigliere Pdl Alessio Gorla accompagnato dalla moglie esperta di casting Daniela Schiapparelli, ma fra loro poca cordialità. Secondo alcuni, a spingere verso il “ siluramento” di Gorla nel rinnovo del cda Rai sarebbe stato – anche se lui smentisce – proprio Verro molto attivo nei report presso Berlusconi.
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